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Coronavirus, Rettore Sapienza: "Per riapertura aule si dovrà aspettare settembre"

23 aprile 2020 | 13.38
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Gaudio: "Mai si andrà verso università telematica, insostituibile il rapporto diretto"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Silvia Mancinelli

"Riaprire a maggio no, non sarà possibile. Già a partire da giugno si potrà pensare a un ritorno in sede per gli esami e le tesi di laurea, naturalmente in maniera distanziata e con piccoli numeri tenendo anche conto delle specificità regionali. Per il ritorno alla normalità si dovrà aspettare settembre". A dissipare ogni dubbio su fase 2 e date ipotetiche per una ripresa "normale" dell'attività accademica è all'Adnkronos Eugenio Gaudio, rettore dell'Università La Sapienza di Roma che però aggiunge: "In questa fase l'università non si è fermata, abbiamo avuto un'ottima risposta da parte sia dei docenti che degli studenti e dell'apparato tecnico-amministrativo. In tutti gli atenei si sono tenute lezioni ed esami di laurea per via telematica, non c'è stato un ritardo nella preparazione e nel conseguimento dei titoli che avrebbe inciso poi negativamente sul Paese anche per il futuro".

Niente illusioni e, anzi, un dato di fatto: "L'anno accademico terminerà per via telematica - chiarisce il Magnifico rettore - così da evitare anche l'assembramento nelle aule. Magari poi da giugno, come detto, laddove possibile si cercherà di riaprire in presenza con le tesi di laurea e gli esami, ma per una ripresa normale dell'attività si dovrà aspettare dopo l'estate".

Sulla confusione e la carenza delle indicazioni arrivate dal Ministero, lamentata dall'Unione degli Universitari, Eugenio Gaudio risponde: "Non ho rilevato difficoltà nel mio ateneo, che tra l'altro è il più grande d'Europa, anzi abbiamo avuto una risposta eccezionale, gli studenti stanno partecipando alle lezioni al di là delle aspettative, ne abbiamo più presenti in questa fase di quanti ce ne fossero in aula".

Bene le lezioni, bene le discussioni e gli esami orali. Ma per gli scritti come si può garantire che lo studente, da casa, non copi o magari si consulti coi colleghi di corso per rispondere alle domande lontani dagli occhi indiscreti dei professori? "Ne stiamo definendo le modalità - risponde il rettore della Sapienza - proprio per garantire la qualità della preparazione, che sia adeguata alle sfide che il mondo odierno ci propone. Abbiamo messo a punto un protocollo rigoroso per garantirne la serietà e dove ci siano dubbi si farà un supplemento orale, come sempre stato all'università per calibrare il voto. La serietà è una esigenza che sentiamo per riguardo agli studenti e alla loro preparazione: al di là del voto il capitale che si portano appresso sarà la loro preparazione e la loro maturità. Non c'è intenzione da parte di nessuno di fare sconti o regalare esami".

A qualcuno è balenata anche l'idea che tutto il sistema congegnato per assicurare da remoto la prosecuzione degli studi sia un "allenamento" sottobanco dell'università che verrà, quella - appunto - telematica. "Questa è una situazione di emergenza a cui si è fatto fronte con misure di emergenza. L'università non può essere telematica - ribadisce Gaudio - la parte telematica può essere un sussidio, come capita in questi giorni, un supporto per una persona malata e impossibilitata a muoversi. Ma il vero rapporto dell'università è dato dal rapporto tra docenti e studenti. L'interazione che avviene in qualunque lezione è insostituibile, il ruolo del docente non è solo quello di dare informazione ma soprattutto quello di trasmettere l'importanza la gerarchizzazione dell'informazione e di suscitare nello studente la passione per quella branca del sapere. Cosa che non si può fare con l'interfaccia di un computer. Per tutta una serie di lauree c'è anche una parte importante di laboratori, di esperienze. Il metodo telematico può essere un utile complemento ma mai sostitutivo del rapporto diretto".

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