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Rigopiano: legale familiari vittime scrive a presidente Tribunale Pescara e a Bonafede

04 maggio 2020 | 10.19
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L'aula del Tribunale di Pescara
L'aula del Tribunale di Pescara

di Silvia Mancinelli

Non bastavano i rinvii continui, le lungaggini della giustizia, le lacrime dei parenti a implorare giustizia. A mettere in forse il proseguimento, in tempi decorosi, del processo per la strage di Rigopiano, ora potrebbero essere anche gli strascichi dell'emergenza coronavirus. Presa per buona la data del 10 luglio prossimo come nuova udienza (le difese non hanno infatti ricevuto alcuna notifica ad oggi), è difficile ipotizzare la celebrazione in una aula del Tribunale di Pescara certo non adeguata a mantenere le distanze sociali difficilmente archiviate da qui ai prossimi due mesi. Da qui la lettera che l'avvocato Romolo Reboa, che assiste i familiari di alcune vittime, ha inviato tra gli altri al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al presidente del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea e al sindaco di Pescara Carlo Masci.

"Il processo sulla strage dell'Hotel Rigopiano del 18 Gennaio 2017 è ancora alle battute d'inizio, trovandosi nella fase dell'udienza preliminare di perfezionamento delle chiamate in causa e di costituzione dei responsabili civili - scrive l'avvocato - Un processo giusto e rapido non è l'aspettativa solo delle famiglie delle vittime che chiedono alla Magistratura di punire i colpevoli delle morti dei loro cari, ma è un diritto primario dell'imputato, specie di quello che si ritiene innocente. Il 16 Luglio 2019 è stata la data della prima sessione di udienza preliminare, celebrata, come le successive, nell'aula più grande che il Tribunale di Pescara potesse mettere a disposizione e di cui già è stata lamentata da me e da altri colleghi l'incapienza. E' stato impossibile non solo stare seduti a fianco dei propri assistiti, così come previsto dalle norme procedurali, ma persino trovare un posto a sedere e, quindi, consultare i documenti necessari per seguire l'attività processuale".

Quindi la proposta: "Ci si trovava in una situazione di difficile gestione dell'udienza in un momento di normalità, sarà impossibile celebrare il processo nel rispetto delle d istanze sociali il 10 Luglio 2020 e, se la situazione epidemiologica non cambierà rapidamente, sarà impossibile celebrarlo per un tempo indefinito - incalza l'avvocato Romolo Reboa - Non solo, ma alla ripresa dei lavori giudiziari, non è difficile ipotizzare che l'aula sinora utilizzata sarà richiesta da molti Magistrati, rendendo ancora più difficile la già pesante attività giurisdizionale cui è sottoposto il gup Gianluca Sarandrea".

"L'esperienza dei grandi processi insegna - prosegue l'avvocato Reboa - che, quando non vi sono spazi adeguati per dimensioni o per esigenze di sicurezza nei tribunali, essi si celebrano in altro luogo (aule bunker nelle carceri, cinema). Se gli spazi vengono concessi da enti pubblici, gli oneri a carico della Pubblica Amministrazione si riducono sensibilmente ed eventuali allestimenti rimangono a suo beneficio". A tal proposito il legale di alcuni dei familiari ha proposto tre di proprietà e disponibilità del Comune di Pescara: i palazzetti dello sport PalaElettra 2, Pala Giovanni Paolo II e Fausto Scorrano dove "allestire un'area idonea a celebrare il processo nel rispetto delle distanze sociali e del diritto di difesa di tutte le parti e con quella rapidità che sinora non è stato possibile avere, soprattutto per la non continua disponibilità dell'aula assegnata, dove sinora era stato comunque possibile andare avanti, malgrado inadeguata".

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