L'infettivologo: "Tra metà maggio e inizio giugno dovremmo poter considerare concluso il focolaio epidemico"
“Sicuramente ha perso velocità di trasmissione, a marzo questo virus, per quantità di contagi e vittime era uno tsunami, ora è diventato un’ondina”. Lo dice, intervistato da 'Libero', Matteo Bassetti, infettivologo al San Martino di Genova. “Dobbiamo capire – osserva – se abbia perso anche forza: a metà marzo molti contagiati rischiavano di morire già in autoambulanza. Ora non più. Forse è perché il virus ha già colpito i soggetti più fragili, facendo una selezione naturale, o forse si è depotenziato. Non ci sono dati scientifici, ma è un’impressione condivisa da molti infettivologi”. “E’ evidente - precisa - che siamo in una fase di discesa della curva. Tra metà maggio e inizio giugno dovremmo poter considerare concluso questo focolaio epidemico”.
Bassetti parla anche dei fattori che hanno consentito questo risultato: “La cosa che ha influenzato di più - osserva - è stato il distanziamento sociale, anche nelle terapie sui pazienti sono stati fatti passi avanti, ma dovremmo utilizzare la fase 2 per studiare quali farmaci siano efficaci, facendo una specie di eliminatorie: ossia mettere a confronto due farmaci alla volta e verificare quale funzioni meglio”.
E sul remdesivir chiarisce: “Questo farmaco riduce mortalità e giornate di ospedalizzazione. Noi al San Martino lo abbiamo utilizzato già a fine febbraio, somministrandolo a 5 persone, tutte guarite. Ora c’è la speranza che l’Aifa e l’azienda che produce il farmaco, la Gilead, inseriscano il nostro tra gli ospedali italiani che possono continuare a sperimentarlo”.