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Mantovani: "Test sierologico foglio rosa, non patente immunità"

05 maggio 2020 | 10.07
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Foto Fotogramma
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"Per chi esce dall’ospedale dopo la malattia ed è negativo" al coronavirus, il test sierologico può costituire un foglio rosa, di certo non una patente. Dobbiamo ricordare alcune cose sugli anticorpi: non sono da soli un test diagnostico, visto che la risposta contro questa malattia è molto lenta e la loro presenza non esclude quella del virus". Lo spiega Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale e direttore scientifico dell’Irccs Humanitas, ha spiegato a Genio & Impresa (genioeimpresa.it), il magazine di Assolombarda.

"Con le tecnologie che abbiamo adesso gli anticorpi ci mettono fino a 20 giorni a comparire dopo l’esposizione e fino a 15 giorni dopo la comparsa dei sintomi. Al momento, dunque, non abbiamo dati certi e dire a qualcuno 'hai gli anticorpi' può indurre a comportamenti irresponsabili. Adesso, con la consapevolezza che i dati illustrati ogni giorno sono soltanto la punta dell’iceberg, è importante capire quante persone sono state realmente esposte e che livello di immunità di gregge potremmo aver raggiunto", aggiunge Mantovani.

"Ci sono centinaia di candidati vaccini nel mondo, ma in un contesto come questo ogni previsione è un azzardo. Una volta scoperto il vaccino bisognerà renderlo disponibile per centinaia di milioni di persone. In un report sul Covid-19 dell’Accademia dei Lincei al quale ho contribuito, si parla di 18 mesi, una tempistica verosimile", evidenzia.

In questa febbrile ricerca che sta mobilitando tutti gli scienziati da una parte all’altra del globo, l’Italia è in prima linea. "Il patrimonio dell’industria italiana è straordinario. Le nostre aziende hanno messo a punto test rapidi e affidabili per il virus, stanno sviluppando test sierologici e sono in corsa per i vaccini. Stanno lavorando in un contesto in cui pubblico e privato marciano a braccetto. Avere una squadra di studiosi, un’industria farmaceutica, diagnostica e di vaccini in casa è un patrimonio incredibile ed è proprio da qui che arriva quell’innovazione che è un’arma contro il virus", afferma Mantovani. Per quanto riguarda le terapie, invece, "non si troverà 'la cura', ma si otterrà un miglioramento delle cure. Io sono un piccolo alpinista e ragiono così, si va su un tiro di corda dopo l’altro".

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