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Zaia: "Lettera ai guariti per il prelievo di sangue"

08 maggio 2020 | 16.25
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"Aperture solo nella legalità per evitare impugnazioni"

(Fotogramma)
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"Sui test sierologici la sperimentazione sta andando avanti, è partito uno studio multicentrico con l'Azienda ospedaliera di Padova e il San Matteo di Pavia. Verrà inviata una lettera a tutti coloro che sono guariti dal coronavirus per il prelievo del sangue". E' quanto ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia. "Dev'essere poi fatta un'analisi della qualità della risposta anticorpale, perché sotto una certa soglia il sangue non serve - ha spiegato - Si chiede a tutti la disponibilità per costituire questa banca del sangue, abbiamo già delle emoteche piene di sangue già raccolto, però vogliamo farlo a tappeto per essere pronti per le cure. Abbiamo uno dei tre laboratori nazionali abilitati per lavorare sangue: lavorano col virus vivo e riescono a processare 10 sacche al giorno, e aumenteremo i turni. Facciamo un magazzino, perché non vogliamo trovarci a settembre che tutto funziona e manca la materia prima".

RIAPERTURE - "Io le aperture le faccio , ma solo nella legalità, perché se poi la mia ordinanza viene impugnata, nei guai ci finiscono i cittadini che sono costretti a pagare le multe" ha assicurato Zaia, rispondendo alle domande di chi gli chiedeva di commentare la decisione della Provincia Autonoma di Bolzano sulle nuove aperture già per domani. "La Provincia autonoma di Bolzano ha usato l'"artifizio" di una legge di una Regione autonoma, meno annullabile dal Governo. Ma io mi sento con i colleghi presidenti di Regione e dico che c'è condivisione rispetto al fatto che il primo giugno è una data troppo distante". "Ieri in conferenza con i presidenti - ha spiegato - abbiamo assunto una posizione onesta e legittima verso il Governo, ma è indubbio che i tempi d'attesa si stanno dilatando. Io chiedo che il Governo produca un provvedimento, che può essere un Dpcm, che autorizza le Regioni ad aprire sulla base di un piano presenteremo. Lasciamo l'ultima parola al Governo, ma io spero si possa presentare un piano e si possa aprire".

"Se avessi avuto l'autonomia avrei aperto anch'io subito, e non per irresponsabilità. Ricordo che ho fatto ordinanze per chiudere tutto a suo tempo, dolorose, come quella del Carnevale di Venezia". "Il primo giugno è una data troppo in là, e il rischio zero c'era ieri, c'è oggi, ci sarà, domani, ed anche il primo giugno, fino a che non sparità il virus. Quindi, se il governo ci dà l'autonomia sulle riaperture noi ci prendiamo la responsabilità ", ha spiegato Zaia, "Ma senza un nuovo Dpcm non possiamo prendere queste decisioni ".

L'APPELLO AL GOVERNO - " Rispetto gli uomini di scienza, ma è difficile pensare che un'azienda con mille dipendenti lavora da settimane e un negoziante che vende magliette in 40 metri quadrati non può, a meno che non si dica che alcune attività vengono considerate più strategiche di altre, ma vedere bistrattarti artigiani e negozianti non lo trovo giusto. Il governo se c'è batta un colpo. Io sono chiamato a difendere i miei cittadini e sappiano che se i dati peggiorano o non si rispettano le regole si chiude tutto".

IL VOTO - "Se non ci vuoi far votare allora si sospende la democrazia. E faccio appello anche al Capo dello Stato perche' sarebbe un bruttissimo segnale, anche a livello internazionale". Così il governatore del Veneto Luca Zaia è tornato sulla data delle prossime elezioni regionali nel corso della conferenza stampa. "La sicurezza, il rischio zero, non ce l'avremo mai fino a quando il virus non sparisce - ha sottolineato - e anche se ci fosse il rischio 0, basta un positivo che entra in un'azienda o in una casa di riposo e riparte la diffusione, e ricordo che ci sono anche gli asintomatici, e ci ritroviamo un mega contagio. Quindi dobbiamo conviverci", ha spiegato.

LE CHIESE - "Sulle chiese il comitato scientifico cosa ha fatto? Allora vuol dire che le norme si possono gestire in modo un po' più estensivo" ha commentato il governatore del Veneto a proposito dell'accodo di ieri tra governo e Cei per il riavvio delle celebrazioni delle messe in chiesa. "Altrimenti la prossima volta quando viene il virus diamo tutto in mano al comitato scientifico, gli diamo le chiavi degli ospedali e del resto e decidano tutto loro", ha concluso Zaia.

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