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Zaia: "Aprire subito, attendere giugno sarebbe ecatombe"

11 maggio 2020 | 14.06
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Il governatore del Veneto fiducioso per un accordo con il governo. "Le strade sono piene, è inutile far finta di avere un lockdown ma non è liberi tutti". E annuncia: "In autunno pronta la banca del plasma"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Sono fiducioso che questa sera si arrivi all'accordo per aprire il 18 maggio". Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia che sarà 'presente' alla video conferenza fissata per oggi alle 18 con il governo per chiedere la riapertura di tutte le attività ancora chiuse.

"Attendere il primo giugno sarebbe una 'ecatombe', non ce la facciamo ad arrivare a quella data. I presidenti di Regione sono tutti allineati, da destra a sinistra", ha spiegato Zaia, che ha annunciato che "il Veneto chiederà l'apertura il 18 maggio dei servizi alla persona, negozi, bar, ristoranti, centri sportivi, palestre, turismo. Insomma aprire". "L'ultima istanza è poi quella dell'aiuto alle famiglie per la gestione dei bambini - ha concluso - le strade sono piene, è inutile far finta di avere un lockdown, è una farsa. Si va verso l'abito sartoriale, regione per regione".

Comunque, chiarisce il governatore "noi non vogliamo andare a nessuna prova muscolare. Questa è la richiesta della Regione Veneto sulla base del monitoraggio scientifico, degli indicatori sanitari che ci sono stati dati ma attenzione che non è un 'libera tutti', bisognerà rispettare le regole con l'uso delle mascherine e il rispetto della salute propria e degli altri".

Intanto in Veneto "continuano a scendere i ricoverati negli ospedali, anche in terapia intensiva e aumentano i guariti dimessi. I dati ci dicono che andiamo verso una negativizzazione del sistema sanitario, verso la 'pulizia sanitaria' negli ospedali".

"Ricordo - ha aggiunto Zaia - che facciamo un tampone ogni 10 giorni tra i medici in prima linea e ogni 20 a tutto il resto del personale sanitario, sostanzialmente quotidianamente. Ne vien fuori che le nuove infezioni sono meno del 3 per mille. Siamo in una condizione di sostenibilità, ma ci preoccupa sempre perché il virus è altamente contagioso e può andare contro pazienti con gravi problemi di salute che potrebbero perdere la vita".

Per questo, per l'autunno quando il virus potrebbe tornare a colpire con violenza, "abbiamo già preparato un piano d'azione ", annuncia Zaia. "Un piano da artiglieria pesante e in questo rientra anche il progetto della banca del plasma, e saremo i primi al mondo a farlo".

"Arriverà una lettera a tutti i guariti e sarà fatto un prelievo preventivo con valutazione del titolo anticorpale e se è basso non potrà essere usato per la raccolta plasma - ha spiegato - non è fantascienza, è medicina. Abbiamo una capacità di produzione di 10 sacche al giorno (e ogni sacca basta per 3 infusioni) a regime normale, quindi, anche senza turni extra, alla volta dell'autunno penso riusciremo a fare un buon magazzino di plasma".

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