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Gallera vs Sala: "Copi sui social e fai polemiche"

13 maggio 2020 | 15.29
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L'assessore al Welfare della Lombardia in un messaggio Facebook rivolto direttamente al sindaco, che oggi l'aveva chiamato in causa sui test sierologici: "Potevi chiamare, ai milanesi hai poco da raccontare"

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"Ciao Beppe. Da qualche settimana anche tu hai preso a organizzare un momento di comunicazione ai cittadini, sulla base del modello di Regione Lombardia, inaugurato nel momento più drammatico dell'emergenza sanitaria". Esordisce così l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, in un messaggio Facebook rivolto direttamente al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che oggi l'aveva chiamato in causa nel suo video quotidiano sui social sui test sierologici. "Anche tu - continua Gallera - hai ritenuto di copiare il nostro modello efficace: noi abbiamo scelto di comunicare dati e azioni che compivamo, noto che tu indugi più volte in domande retoriche, in domande strumentali, in richieste a Regione, in polemiche con me e la Regione".

Forse, azzarda l'assessore, "sono poche le cose che hai da raccontare su ciò che stai facendo per i milanesi. Voglio chiarirti la posizione sui test sierologici. Potevi chiamarmi, il mio numero ce l'hai da tanti anni, nei momenti più difficili ti ho chiamato, ci siamo sentiti". Da qui, una lunga spiegazione sui test sierologici, su cui il sindaco stamattina aveva chiesto chiarezza, indirizzando il messaggio alla Regione e al ministero della Salute. Da ieri, "la Regione ha consentito a realtà private di fare progetti di screeening sempre gestito da medici su comunità specifiche", argomenta Gallera. "La nostra posizione sui test sierologici recepisce le indicazioni della scienza, degli organismi europei, dell'istituto superiore di sanità e del ministero ed è prevista in maniera precisa e puntuale in diverse circolari del ministero della Salute, del 9 maggio 2020. Mi spiace che una persona in prima linea non approfondisca gli atti fondamentali emanati dal ministero della Salute".

I test, aggiunge ancora, "sono uno strumento importante per stimare la diffusione del virus in una comunità. Con la delibera di ieri prevediamo che i privati possano attivare screening su apposite comunità proprio perché il test sierologico ha valore epidemiologico. Il ministero dice che i test non sono autodiagnostici: non devono essere venduti a profani, quindi i test vanno utilizzati al'interno di uno screening governato da medici e non messe nelle mani del singolo cittadino". E così farà la Lombardia.

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