cerca CERCA
Sabato 20 Aprile 2024
Aggiornato: 00:03
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Gratteri: "Effetto scarcerazioni devastante, minata fiducia Stato"

13 maggio 2020 | 10.57
LETTURA: 3 minuti

Il capo della Dda di Catanzaro: "Cosche al lavoro, pandemia non ha fermato l'attività dei gruppi mafiosi"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"L'effetto delle scarcerazioni di questi mesi è stato devastante. Ha minato la fiducia nella giustizia e nello Stato che avevamo faticosamente conquistato negli ultimi anni". A dirlo in un'intervista al Fatto Quotidiano, è il capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, che poi, sul decreto Bonafede del 10 maggio varato per fermarle, aggiunge: "Obbliga almeno a controllare, prima di scarcerare, se è attuale il pericolo che il detenuto possa infettarsi di Covid 19; e a trovare eventuali soluzioni alternative alla detenzione domiciliare". "Nei mesi scorsi sono stati mandati a casa molti detenuti per ragioni di salute: nell'ipotesi che, se contagiati, sarebbero potuti morire. L'ipotesi si basa sulla possibilità di essere contagiati. Ebbene, due mesi fa avevo detto che era più facile essere contagiato in piazza Duomo a Milano che non nelle carceri di San Vittore o di Opera. Sono stato criticato e attaccato. Oggi i fatti mi danno ragione". "I contagiati in carcere – spiega il magistrato - sono 159 su 62mila detenuti. Intanto ottomila persone sono uscite di cella, diminuendo si sovraffollamento carcerario. Ma intanto sono state scarcerate 400 persone che erano detenute al 41bis o in alta sicurezza. In nome di un pericolo di contagio che non si è manifestato. I detenuti avevano il 99,5 per cento di possibilità di non infettarsi: a dirlo è il Garante nazionale delle private libertà. Era più pericoloso fare la spesa al supermercato che stare in carcere". "Le Direzioni distrettuali antimafia devono rilasciare il parere in due giorni: troppi pochi, ce ne vorrebbero almeno cinque" ha detto rispondendo alla domanda sul decreto Bonafede che impone di chiedere il parere, prima di scarcerare, alle procure distrettuali antimafia e alla Procura nazionale. "Anche perché la Direzione nazionale antimafia, che invece ha a disposizione 15 giorni, il parere lo chiede a noi delle procure distrettuali".

"Non credo sia stata fatta in malafede. Chiunque l'ha pensata non voleva certo favorire i mafiosi e non prevedeva neppure l'ondata di uscite dal carcere" ha detto Gratteri a proposito della circolare del Dap che, secondo alcuni, avrebbe dato l'input per le scarcerazioni. Quanto alla domanda sull’eventuale responsabilità dei magistrati di Sorveglianza, Gratteri sottolinea: "Non voglio dare pagelle e non posso sovrappormi alle decisioni di altri magistrati, perché non conosco gli atti".

"Le ragioni poste a fondamento delle scarcerazioni sono legate a rischi di salute per il detenuto; pur tuttavia un rafforzamento c’è stato in ragione dell’alto valore simbolico del rientro nei territori di provenienza degli appartenenti ai gruppi criminali. Un effetto devastante". "La gente – aggiunge il magistrato - è smarrita di fronte a certe scarcerazioni. Ho visto una ricerca secondo cui i cittadini calabresi sono quelli con maggiore fiducia nella giustizia in Italia: da calabrese sono fiero di questo risultato che mi riempie di orgoglio. Spero che l'effetto delle scarcerazioni non venga interpretato come debolezza dello Stato".

"Per niente" risponde a proposito della possibilità che l’emergenza coronavirus possa aver fermato l'attività dei gruppi mafiosi. "Le difficoltà di tante attività produttive o commerciali – spiega Gratteri – spingerà a chiedere soldi a usura ai gruppi criminali, i quali prestano soldi per poi rilevare le attività, che saranno usate per fare riciclaggio. Dopo il traffico di cocaina, l’usura è l’attività criminale più facile e frequente. Le cosche sono già al lavoro".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza