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Festa dei Ceri, le 'famiglie' dei ceraioli: "Grande amarezza, corsa è l'essenza di Gubbio"

14 maggio 2020 | 16.05
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Festa dei Ceri, le 'famiglie' dei ceraioli:

"La Festa dei Ceri è una tradizione fondamentale per Gubbio e il fatto che quest'anno non si svolgerà la corsa rende lo stato d'animo degli eugubini molto triste. La Festa dei ceri rappresenta il dna, l'essenza stessa dell'eugubinità. Non poter rendere omaggio al nostro santo patrono è motivo di grande amarezza tra i ceraioli". Lo afferma all'AdnKronos Ubaldo Minelli, presidente della Famiglia dei Santubaldari, il primo gruppo che porta il Cero dedicato a Sant'Ubaldo nella corsa del 15 maggio.

"Con un atteggiamento responsabile - spiega Ubaldo Minelli - si è preso atto della sospensione della corsa dei Ceri per il corrente anno. Le norme sul distanziamento sociale e sul divieto di assembramento per l'emergenza sanitaria in atto non consentono un rito in cui la fisicità, il contatto tra le persone è uno degli aspetti rilevanti della Festa stessa. In queste circostanze era impensabile fare la tradizionale festa di popolo, in cui tutti sono protagonisti". "La Festa dei Ceri non è uno spettacolo: non ci sono attori nè spettatori; tutti sono protagonisti, sia chi porta il Cero e chi è al loro fianco incitando come anche chi resta alla finestra. La Festa dei Ceri è una sinfonia sociale", sottolinea Ubaldo Minelli.

Alfredo Minelli, presidente della Famiglia dei Santantoniari, dichiara all'Adnkronos: "Mai nessuno di noi avrebbe immaginato di poter rinviare la Festa dei Ceri. Nessuno di noi avrebbe voluto vivere questa sospensione e nessuno di noi ancora oggi ci crede. Eppure ora viviamo la sospensione della nostra Festa con un forte senso di responsabilità, nella convinzione che ripartiremo più forti di prima non appena terminerà la pandemia".

"Il grande senso di responsabilità con cui tutta la popolazione ha accettato di rinviare la nostra Festa a causa del momento drammatico che stiamo vivendo per l'emergenza sanitaria del coronavirus - spiega Alfredo Minelli - nasconde tuttavia un'altrettanta grande amarezza. La nostra Festa plurisecolare non è una semplice sagra di paese ma è un rito collettivo e civile che si fonda su valori forti; valori propri del popolo eugubino e da esso incarnato. E' una festa che si fonda sulla coesione sociale, sullo stare insieme, unendo una comunità e tutte le generazioni. La manifestazione visibile di questa unità di popolo attraverso la corsa dei Ceri in questo momento non è possibile: da qui l'amarezza, il rammarico ma anche il senso di responsabilità".

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