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Festa dei Ceri, Gubbio costretta a rinunciare alla corsa: evento epocale per città

14 maggio 2020 | 16.00
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Il sindaco Filippo Mario Stirati: "La nostra comunità è costernata ma sarà vestita a festa comunque". Le 'famiglie' dei ceraioli: "Grande amarezza". Una corsa folle tra ceraioli: una festa di popolo. Celestino III e l''allegria' della festa

Festa dei Ceri, Gubbio costretta a rinunciare alla corsa: evento epocale per città

Per la città di Gubbio si tratta di un evento epocale. La Festa dei Ceri 2020, che si corre tradizionalmente e ininterrottamente il 15 maggio di ogni anno dal 1160, non si svolgerà a causa dell'emergenza sanitaria per il coronavirus. E' stata una decisione "dolorosa e struggente", come ha detto il sindaco Filippo Mario Stirati, con rarissimi precedenti, tanto da potersi contare sulle dita di una mano durante oltre otto secoli. Nel corso del Novecento la Festa dei Ceri era stata annullata solo durante le due guerre mondiali e non del tutto completamente.

La decisione è stata presa dal sindaco, d'intesa con tutte le componenti che organizzano la tradizionale manifestazione. "Aldilà del dirimente aspetto normativo - ha sottolineato il sindaco Stirati - dobbiamo tener conto di chi è deceduto, di chi sta soffrendo per la malattia, di chi è lontano dai propri cari e non può portargli l'ultimo saluto; di tutto questo infatti la Festa dei Ceri 2020 si deve far carico inchinandosi come durante la 'mostra' in cui ogni 15 maggio salutiamo il nostro santo patrono Ubaldo nella ricorrenza della vigilia della sua scomparsa".

"E' enorme il rammarico per l'intera popolazione eugubina, ma vi è pure la consapevolezza che sia un atto dovuto per la salvaguardia della salute pubblica. Certamente sarà ancora maggiore l'attesa per la Festa dei Ceri 2021, che a quel punto ci auguriamo che sia una grande esplosione di gioia e una vera e propria liberazione", commenta il primo cittadino.

"Abbiamo preso la decisione di sospendere la Festa dei Ceri - racconta il sindaco di Gubbio all'AdnKronos - con grande amarezza, ma non avevamo altra possibilità. Nella situazione di emergenza sanitaria in cui ci troviamo a livello nazionale, con il divieto di assembramento e con l'obbligo di distanziamento sociale siamo tuttavia riusciti a salvare alcuni momenti civili e religiosi della grande Festa del 15 maggio. Ma senza la corsa, mancherà il momento più festoso, gioioso e di popolo della nostra tradizione secolare. L'assenza della corsa è davvero un evento eccezionale, perchè rarissime volte non si è tenuta".

"Noi eugubini quest'anno viviamo la mancata Festa dei Ceri in un clima surreale, davvero amaro. Ci costa tanta fatica rinunciare a questa tradizione! Abbiamo scelto una linea di sobrietà e semplicità per cercare di salvare lo spirito religioso e civile della Festa - ha sottolineato il sindaco Stirati - ma senza la corsa sarà sicuramente un'altra cosa".

Nonostante tutto, la città di Gubbio tra venerdì 15 e sabato 16 maggio "sarà vestita a festa", ha spiegato il sindaco: vessilli, stendardi, fiori, pennoni, il Gonfalone in piazza Grande, le mura il cassero e il monte imbandierati "ci saranno". "Le luminarie anche quest'anno ci saranno perché i prossimi 15 e 16 maggio devono essere caratterizzati da un corale, solenne e reale omaggio a Sant'Ubaldo!", ha aggiunto. All'imbrunire le luminarie saranno accese su finestre e terrazzi la sera del 15 e la sera del 16.

Fiaccole illumineranno anche il Palazzo dei Consoli e altre parti suggestive del centro storico della città, "come non è mai avvenuto", ha precisato il sindaco.

"Oggi come non mai, è essenziale che la comunità eugubina abbia una storica possibilità di riscoprire le radici della Festa intesa come supremo omaggio al suo 'defensor civitatis', Sant'Ubaldo - ha spiegato il sindaco - L'11 settembre 1194 il corpo di Sant'Ubaldo fu trasferito in una chiesa a lui dedicata eretta sul monte Ingino ai piedi della rocca nei pressi della pieve di San Gervasio. Da allora nacque la consuetudine di svolgere una grande processione che prevedeva una 'Luminaria', cioè l'offerta devozionale di cera con processione, e che aveva luogo alla vigilia della anniversario della morte: ogni arte, al seguito dei propri capitani, si presentava nel Campo Mercatale e portava i ceri accesi in mano per le vie della città salendo poi al monte fino alla chiesa di Sant’Ubaldo, in un clima di gioia e allegria, amore, commozione, forza e solidarietà. Tutti valori che la nostra Festa incarna".

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