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Sindrome Kawasaki nei bimbi, "circa 70 casi censiti in Italia"

15 maggio 2020 | 18.50
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Medici Bergamo: "Dopo alert lanciato tramite Società italiana pediatria è stato pianificato registro che raccoglierà dati"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

In Italia si parla al momento di "una settantina di casi" di bambini che hanno mostrato sintomi simili a quelli della malattia di Kawasaki in associazione a Covid-19. Di questi "circa 20 sono i casi osservati a Bergamo e una cinquantina quelli finora segnalati nel resto d'Italia". A fare il punto con l'Adnkronos Salute è Angelo Mazza, della Pediatria dell'ospedale Papa Giovanni XXIII del capoluogo orobico, che con il reumatologo pediatra Lucio Verdoni e colleghi è fra gli specialisti che per primi hanno evidenziato il fenomeno. Proprio oggi in Francia è morto un bambino di 9 anni che presentava questi sintomi, con grave miocardite, ed era risultato positivo ai test sierologici per Sars-CoV-2.

In particolare, in uno studio pubblicato su 'The Lancet' gli specialisti bergamaschi riferivano un "aumento di 30 volte" dei casi. Se nella zona di Bergamo la sindrome era stata diagnosticata a soli 19 bambini nei 5 anni precedenti e fino a metà febbraio 2020, tra il 18 febbraio e il 20 aprile, quindi in 2 mesi, ci sono stati ben 10 casi. Questi erano i dati riportati nello studio, ma nei giorni successivi "altri bambini sono arrivati con sintomatologia simile", spiega Mazza, "e il numero è salito ancora raggiungendo quota 20".

Fin dall'inizio Verdoni si è interfacciato con il gruppo di studio di reumatologia della Società italiana di pediatria (Sip) ed è "anche partito un alert ai colleghi" sulla possibile insorgenza di una malattia di Kawasaki in bambini affetti da Covid-19, con l'intento anche di promuovere una raccolta dati di questi casi, caratterizzarne le manifestazioni cliniche, le terapie e l'evoluzione, e indagare il possibile ruolo causale del virus Sars-Cov-2. "E' stato pianificato un registro anche per seguire il follow up di questi piccoli pazienti - dice Mazza - Le schede sono state già distribuite". I dati centralizzati ufficiali "non sono ancora disponibili, ma il lavoro è giù cominciato", assicura l'esperto.

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