Tanti i messaggi su cui gli inquirenti milanesi indagano nell'inchiesta per dare un nome agli hater della giovane cooperante rapita
Sarebbero "una quarantina" i messaggi "pericolosi" contro Silvia Romano su cui gli inquirenti milanesi indagano nell'inchiesta per dare un nome agli hater della giovane cooperante rapita da un gruppo di terroristi islamici e liberata dopo 18 mesi di prigionia. I carabinieri del Ros di Milano hanno selezionato solo i messaggi social per i quali si può configurare il reato di minacce aggravate per cui procede il pm Alberto Nobili, messaggi in cui in particolare la 24enne viene accusata di essersi convertita all'Islam. La relazione è sul tavolo del magistrato che guida il pool dell'Antiterrorismo della procura milanese e che si occupa anche dei tre episodi avvenuti vicino all'abitazione di Silvia, a poche ore dal suo ritorno a Milano, che ha visto l'intervento dei poliziotti della Digos.