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Coronavirus, famiglie vittime chiedono danni a Fondazione Don Gnocchi

20 maggio 2020 | 15.09
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Il legale : "C'è nesso causale tra morte pazienti e comportamento Rsa". Ma la Fondazione replica: "La magistratura confermerà la nostra correttezza"

(Fotogramma)
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I familiari degli anziani morti al Don Gnocchi, durante l'emergenza Coronavirus, chiedono di danni in sede civile alla Fondazione della Rsa finita al centro dell'inchiesta milanese nelle case di riposo. Lo annuncia l'avvocato Romolo Reboa, che assiste circa una ventina di famiglie, precisando che le prime richieste di risarcimento sono partite ieri. Nella richiesta di 20 pagine, il legale si sofferma sull'"esistenza di un nesso causale diretto tra la morte" dei pazienti "ed il comportamento tenuto dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi", struttura che, sempre secondo l'avvocato, durante l’emergenza Covid non avrebbe adottato protocolli operativi "adeguati a garantire la sicurezza dei degenti dal rischio di infezioni ospedaliere".

Ma in una nota la Fondazione replica all'iniziativa delle famiglie di agire legalmente: "Prendiamo atto di questa ulteriore iniziativa dell’avvocato Reboa, a cui risponderemo nelle sedi opportune. Siamo certi che la magistratura confermerà la correttezza del nostro operato anche in sede civile".

"Come già ribadito, sin dall’inizio dell’emergenza e per tutto il suo evolversi - sottolinea la nota - la Fondazione Don Gnocchi ha messo in atto le procedure e adottato le misure cautelative definite da Iss e Oms, registrando e attuando le successive implementazioni disposte dalle autorità. Come già detto e ribadito - conclude la Fondazione - il reparto Covid-19 allestito su richiesta della Regione Lombardia agli inizi di marzo era ubicato, come prescritto, in una palazzina separata dal resto dei degenti con accessi e personale dedicati".

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