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Coronavirus, estrogeni possibile scudo per le donne

04 giugno 2020 | 17.05
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(Afp)
(Afp)

Gli estrogeni, ormoni femminili, potrebbero avere un effetto protettivo contro l'infezione da coronavirus in termini di riduzione del tasso di mortalità. E' quanto emerso da un'analisi appena pubblicata sull''American Journal of Obstetrics and Gynecology', che ha riesaminato i dati epidemiologici raccolti nei primi mesi della pandemia. Primo firmatario dello studio italiano il professor Angelo Cagnacci, direttore Istituto di Clinica ostetrica e ginecologica all'Irccs-Ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana per la menopausa.

I dati epidemiologici hanno dimostrato come l'infezione da Covid-19 abbia determinato esiti più gravi e mortali negli uomini rispetto alle donne, con un rapporto di 4 a 1 nelle fasce d'età fino a 50 anni (Report Iss, periodo 22 febbraio-19 aprile 2020). Sebbene non ci sia una spiegazione scientifica riconosciuta, la differenza può dipendere da alcuni fattori di rischio come età, genetica, stile di vita e fumo. Non sono però state formulate ipotesi sul perché la differenza del tasso di mortalità tra i sessi sia cambiata bruscamente e costantemente a partire dalla fascia 50-59: nonostante la mortalità per Covid-19 rimanga inferiore nelle donne rispetto agli uomini in tutte le fasce d'età, è stato infatti rilevato come negli over 50 il rapporto di mortalità uomo-donna sia passato a 4 contro 2. In particolare, considerando il tasso di mortalità maschile pari al 100%, il tasso di mortalità delle donne è risultato il 27,8% del totale tra i 20 e i 59 anni e il 50,6% tra i 60 e gli 89 anni. Nel solo campione femminile, quindi, il tasso di mortalità è sostanzialmente raddoppiato.

"Finora - commenta Angelo Cagnacci - l'evidenza epidemiologica non ha chiarito se la mortalità delle persone contagiate da Covid-19 cambia in modo diverso tra i sessi con l'età. Per questo abbiamo voluto esaminare da un'altra angolazione il report dell'Iss. Sicuramente saranno necessarie ulteriori indagini, ma possiamo intanto formulare l'ipotesi che questa variazione specifica nelle donne over 50 - quindi in età post menopausale, senza ormoni circolanti - dipenda da un possibile effetto protettivo degli estrogeni in età fertile, perché non solo il tasso di mortalità per Covid-19 è inferiore nelle donne rispetto agli uomini, ma le più giovani hanno meno probabilità di aggravarsi in caso di infezione".

"In questa analisi sono escluse le donne in gravidanza, periodo caratterizzato da un'elevata presenza di estrogeni. Vediamo che in Italia non ci sono dati rilevanti di mortalità, il che potrebbe rappresentare una riconferma alla nostra ipotesi: ossia che la presenza di estrogeni, anche in eccesso, protegga dall'infezione rispetto all'assenza di ormoni", evidenzia Cagnacci.

"In questo momento storico - prosegue - un consiglio ricorrente del medico è quello di far sospendere la terapia ormonale sostitutiva in menopausa o la pillola contraccettiva. Questo perché erroneamente si pensa che sospendere qualsiasi cosa la donna stia assumendo, soprattutto ormoni, porti un beneficio in situazioni critiche, non conoscendo tuttavia i meccanismi attraverso cui si sviluppa la malattia".

"Non ci sono evidenze scientifiche a sostegno dell'interruzione della terapia ormonale o della pillola contraccettiva, come anche sottolineato nelle recenti raccomandazioni della Società italiana della contraccezione e della Società italiana della menopausa - precisa Cagnacci - anzi i dati ci dicono che la continuazione dell'assunzione ormonale sia da perseguire per cercare di non aggravare il decorso della malattia".

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