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Caso Saguto, al via arringa difensiva

08 giugno 2020 | 11.37
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A parlare è l'avvocato Ninni Reina, in aula l'ex giudice con il marito Lorenzo Caramma

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"E' un processo anomalo, con 73 capi di imputazione. Sono dieci pagine di contestazioni, all'interno delle quali ci sono tante storie da sviscerare". "C'è il timore di resistere a questo tsunami accusatorio. Io so quello che mi aspetta, ne ho piena, matura, consapevolezza. E' un compito difensivo di straordinaria complessità, non per quantità ma per qualità delle argomentazioni". E' iniziata con queste parole dell'avvocato Ninni Reina, legale di Silvana Saguto, l'ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, accusata di essere stata a capo di un sistema illegale nella gestione dei beni sequestrati a Cosa nostra, l'arringa difensiva che prende il via oggi. Alla fine della requisitoria i pm Maurizio Bonaccorso e Claudia Pasciuti, hanno chiesto per Saguto la condanna a 15 anni e 10 mesi, oltre all'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Chiesta anche la condanna a 12 anni e 3 mesi per l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, amministratore giudiziario.

Nove anni e 10 mesi per l'ingegner Lorenzo Caramma, marito di Silvana Saguto; 11 anni e 10 mesi per il professor Carmelo Provenzano; 6 anni per l'ex prefetto Francesca Cannizzo; 2 anni e 6 mesi per l'ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte; 10 anni e 11 mesi per l'amministratore giudiziario Roberto Nicola Santangelo; 2 anni per l'amministratore giudiziario Walter Virga; 6 mesi per Emanuele Caramma, figlio della Saguto; 4 anni e 4 mesi per il docente universitario Roberto Di Maria; 5 anni per Maria Ingrao, moglie del professor Provenzano; 4 anni e 6 mesi per Calogera Manta, cognata di Provenzano; 8 anni e 1 mese per il colonnello della Dia Rosolino Nasca. Chiesta l'assoluzione per Vittorio Pietro Saguto, padre dell'ex magistrato e per l'amministratore giudiziario Gabriele Aulo Gigante.

Silvana Saguto è in aula, con il marito Lorenzo Caramma e il figlio. "Ci troviamo di fronte avvocati, magistrati, ingegneri, ognuno con le loro storie - dice Ninni Reina - E' inevitabile di percepire una cosa forte, consistente, di impatto. Il timore di resistere a questo tsunami accusatorio".

Ha citato Leonardo Sciascia ma anche il capo dello Stato Sergio Mattarella e, ancora, lo scrittore Erri De Luca, nella sua arringa difensiva Reina. "Come diceva Sciascia - dice Ninni Reina nel'arringa - la verità sta a fondo delle cose. Sta a noi, con fatica ma con rigore e onestà intellettuale scovarla. Generalmente l'approccio fisiologico è quello di limitarsi a osservare il pozzo dall'alto, vederlo in superficie, cercando di intercettare qualche raggio solare o qualche riflesso di luna, a secondo del momento in cui si guarda".

"Ma la vera forza morale, il vero senso di responsabilità del ruolo che si ricopre impone di non arrendersi mai, scavare, scandagliare, sudare con fatica, fino a quando ala fine troverà quella verità non dobbiamo arrenderci alla superficie", aggiunge l'avvocato di Silvana Saguto. Poi cita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella "quando si rivolse ai giovani uditori - dice - invitandoli a una condotta sobria ma riservata nello stesso tempo. Li ammoniva sul rischio di superficialità". E parla di "imprevedibilità delle decisioni perché frutto di estemporaneità - spiega - il dubbio va stanato e scandagliato sempre senza arrendersi mai". "Io ho una devozione per la giustizia - aggiunge l'avvocato Reina - l'ho sempre avuta".

"Lo dico senza piaggeria, questo tribunale emetterà un giudizio incontaminato, libero, autonomo, indipendente. Ci metto la buona fede", ha detto ancora Reina che aggiunge: "Si possono non condividere delle idee, possiamo avere idee divergenti nella ricostruzione di un fatto ma quello che anima, quello che c'è dietro, non è il pregiudizio, non è da questo tribunale il pregiudizio".

"Sappiamo che sarà un giudizio libero e io vi riconosco queste doti di garante della tutela dell'effettività, vi riconosco il rigore morale, la competenza, l'equilibrio. Avete pesato con certosina pazienza i piatti delle due bilance, alla fine sono simmetriche". E aggiunge: "E' una vicenda giudiziaria per la quale ci siamo anche arricchiti personalmente, abbiamo fatto delle conoscenze delle quali resteremo orgogliosi, ci siamo umanamente conosciuti, non solo un arricchimento personale, ma anche un accrescimento professionale. E' maturato un rapporto che non svanirà con la sentenza".

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