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Caso Cucchi, Casamassima: "Da Nistri volontà di fare pressione su di me"

10 giugno 2020 | 22.25
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L'appuntato dei carabinieri è stato sentito come testimone nel processo sui presunti depistaggi che vede imputati otto militari. L’udienza di questa mattina davanti al nuovo giudice

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

"Un superiore in una conversazione evidenziò la volontà di Nistri di fare pressioni su di me". A raccontarlo in aula Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che con le sue dichiarazioni ha riaperto le indagini sul caso di Stefano Cucchi, sentito come testimone nel processo sui presunti depistaggi che vede imputati otto militari. Nel procedimento Casamassima è parte civile. L’udienza di questa mattina davanti al nuovo giudice Roberto Nespeca si e’ aperta con un minuto di silenzio in ricordo del giudice Giulia Cavallone, morta lo scorso aprile a 36 anni a causa di una malattia contro cui lottava da tempo.

"Contro Nistri ho presentato due denunce: una per diffamazione, l’altra per rivelazione del segreto d’ufficio. Per aver parlato ho subito diversi trasferimenti e avviati 11 procedimenti disciplinari. Ho subito anche un danno economico per via delle indennità che mi sono state tolte, mi hanno cambiato la mansione - ha raccontato Casamassima nella lunga deposizione in aula - messo in un ufficio a fare nulla, era imbarazzante stare davanti ai colleghi senza lavorare. Su questo feci un post su Facebook e mi contattò l’allora ministra Elisabetta Trenta che poi incontrai".

Casamassima ha raccontato anche di Fabiola Moretti, donna legata alla banda della Magliana, arrestata alcuni anni fa dal carabiniere per una vicenda di droga. "I miei superiori sono andati a casa della Moretti. Lei mi ha raccontato che mi stavano preparando un biscotto per rovinarmi".

"L’Appuntato Sc. Riccardo Casamassima, ascoltato come teste in uno dei procedimenti relativi al caso Cucchi, ha affermato, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa, di aver 'subito diversi trasferimenti e avviati procedimenti disciplinari' per le rivelazioni fatte sul caso Cucchi. Si tratta di affermazioni gravissime, peraltro rese sotto giuramento, che il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri respinge con assoluta fermezza". E' quanto si legge in una nota del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. "Sono infatti le stesse accuse portate nel corso del 2019 all’attenzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che aveva avviato un procedimento sanzionatorio nei confronti di sei Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri per presunte condotte ritorsive in danno dell’App. Sc. Riccardo Casamassima".

"Il procedimento - prosegue la nota - aveva, appunto, ad oggetto il trasferimento dell’App. Sc. Casamassima, disposto dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri nel giugno 2018 per incompatibilità ambientale dall’8° Reggimento Carabinieri “Lazio” alla Legione Allievi Carabinieri di Roma, ed il successivo impiego presso la Legione. L’ipotesi era che i provvedimenti fossero demansionanti e costituissero una ritorsione a seguito del contributo dato per la riapertura del caso Cucchi. L’Anac, dopo una accurata istruttoria (nella quale i sei Ufficiali sono stati assistiti dal Prof. Avv. Astolfo Di Amato) ha riconosciuto, con delibera del 1 aprile 2020, la piena legittimità dei provvedimenti adottati nei confronti dell’App. Sc. Casamassima ed ha escluso sia qualsiasi carattere ritorsivo o discriminatorio o persecutorio e sia qualsiasi demansionamento" sottolinea l'Arma.

"L’Anac ha dato atto, in particolare, della sussistenza di condizioni ambientali tali da rendere necessario il trasferimento e della piena rispondenza delle mansioni affidate nel nuovo ufficio al ruolo, al grado ed all’anzianità del militare. Per quanto concerne poi il riferimento dell’App. Sc. Casamassima a una conversazione intercorsa con un superiore che gli avrebbe riferito la volontà del Comandante Generale di operare non meglio precisate ritorsioni sulla sua persona - si legge nella nota - si evidenzia che anche tale aspetto è stato oggetto di accertamento da parte dell’Anac che, nel medesimo provvedimento di archiviazione, ha espressamente evidenziato che si tratta di una conversazione decontestualizzata alla quale possono essere attribuiti significati completamente differenti da quelli prospettati dal Casamassima e che non risulta idonea a dimostrare intenti ritorsivi nei confronti del graduato" . Per quanto riguarda le doglianze dell’App. Sc. Casamassima circa i provvedimenti disciplinari subiti, la stessa Autorità, già in fase istruttoria, aveva escluso ogni responsabilità dell’Arma precisando che si trattava di iniziative disciplinari assunte legittimamente per i comportamenti dallo stesso tenuti".

"In ultimo - conclude il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - si rende noto che la querela presentata dall’App. Sc. Casamassima in data 18 gennaio 2019 per diffamazione e rivelazione del segreto d’ufficio nei confronti del Comandante Generale, è stata archiviata dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma in data 23 settembre 2019".

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