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Pregliasco: "Obbligo vaccino influenza? Rischio rigurgiti no vax"

15 giugno 2020 | 11.46
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Il virologo: "Raccomandazione è lo strumento più importante ma parte popolazione non recepisce"

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"I dati di efficacia dimostrano l'opportunità della vaccinazione antinfluenzale in termini di diagnosi differenziale rispetto a Covid. Il problema vaccinazione obbligatoria o no è la discussione che c'è da anni fra i vax e i no-vax. E' chiaro che la somministrazione obbligatoria crea rigurgiti rispetto a una scelta che" alcuni pensano "colpisca con effetti avversi" e "a una certa paura di doversi sottoporre a qualcosa che fa male". "Io credo che la raccomandazione come sempre è l'elemento più importante". E' l'aspetto evidenziato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, ragionando - durante la trasmissione 'Agorà' su Rai3 - sul tema vaccinazione antinfluenzale obbligatoria e su un eventuale obbligo per il vaccino anti-Covid quando arriverà.

Per Pregliasco "la raccomandazione è l'elemento più importante - ripete - così come la raccomandazione del distanziamento sociale, dell'igiene delle mani e di quello che dobbiamo fare in questo momento. Purtroppo una quota parte di popolazione non recepisce e non crede nell'efficacia di questi interventi". Quanto al vaccino anti-Covid sotto i riflettori in questi giorni, sviluppato dall'università di Oxford e a cui ha collaborato anche l'azienda Irbm di Pomezia - vaccino al centro di un accordo firmato da AstraZeneca con la Inclusive Vaccines Alliance europea, guidata da Germania, Francia, Italia e Paesi Bassi, per una fornitura all'Europa che arriverà fino a 400 milioni di dosi - per l'esperto "importante è la disponibilità e un pre-accordo per poterne avere".

C'è infatti "il problema dell'industrializzazione e di poterne disporre, ancorché si riesca ad avere un vaccino che sia efficace e soprattutto sicuro", dice Pregliasco. Questo vaccino, prosegue il virologo, "è già avanti nella sperimentazione con una metodologia che utilizza come vettore un altro virus, un adenovirus non patogeno, come veicolo". "Interessanti i risultati - aggiunge - Vedremo se davvero questi risultati preliminari, che non abbiamo ancora potuto esaminare, ci dimostreranno un'efficacia" e se si profilerà "l'opportunità di pianificare una campagna vaccinale che sarà impegnativa e sicuramente utile per ridurre quella che sarà una diffusione endemica del virus. Vediamo infatti che ora l'ondata almeno in Italia e in Europa è in calo, ma dei focolai ce li dobbiamo aspettare anche nel prossimo futuro".

Sul dibattito obbligo sì o no, interpellato si esprime anche il leghista Massimo Garavaglia: "Innanzitutto bisogna sperare che arrivi" il vaccino anti-Covid, osserva. "Quando arriverà la gente valuterà come meglio crede, ma il punto vero è che arrivi. Le cose obbligatorie funzionano se abbiamo la certezza che qualcosa funzioni al 100%. Al momento" per il vaccino anti-Covid "parliamo di ipotesi. Quando ci sono tutti gli elementi e uno studio clinico che ci dice quanto è efficace questo vaccino, allora faremo una valutazione. Ora sarebbe ridicolo". Ma, conclude, "non illudiamoci che in pochi mesi la faccenda vaccino sia chiusa. Intanto portiamo avanti le sperimentazioni, come la cura con il plasma, che possono tenere la situazione sotto controllo".

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