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Diabolik, da genitori esposto a Bonafede: "Gravissime fughe notizie su indagini"

16 giugno 2020 | 17.16
LETTURA: 2 minuti

"increduli e sconfortati, stampa con pubblicazione identità teste chiave crea clima sfiducia in istituzioni"

Diabolik, da genitori esposto a Bonafede:

Manifestiamo "tutto il nostro sconforto e la nostra incredulità derivanti dalla lettura di due consecutivi articoli" pubblicati su un quotidiano a larga diffusione nazionale il 13 e 14 giugno 2020 "inerenti alle indagini sull’assassinio" di Fabrizio Piscitelli, "tuttora non concluse" e "riteniamo anche in qualità di cittadini italiani, gravissimo e a dir poco inopportuno che, nella delicata fase delle indagini, ancora in corso, a distanza di dieci mesi dal fatto e di cui non abbiamo alcuna informazione circa lo stato, la stampa abbia avuto modo di entrare in possesso e diffondere pubblicamente atti di estrema riservatezza e rilevanza nell’ambito delle indagini medesime". Lo scrivono i genitori e i fratelli di Fabrizio Piscitelli, ucciso il 7 agosto dello scorso anno nel parco degli Acquedotti di Roma, in un esposto di cui l'Adnkronos è venuta in possesso, inviato al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, al procuratore generale della Corte d’Appello di Roma, Federico De Siervo e al procuratore della Repubblica del Tribunale di Roma, Michele Prestipino.

"Ci chiediamo altresì - sottolineano i genitori e i fratelli dell'ultras laziale - se il modo più corretto per proteggere ed assicurare la collaborazione, nell’ambito processuale, di un teste di grande rilievo, da quanto emerge dalla lettura del primo articolo, sia quello di pubblicarne su un giornale, peraltro, di larga tiratura, l’identità personale. La gravità di tale episodio, che oltretutto non è l'unico, è tale da generare, a nostro avviso, un forte clima di sfiducia verso le istituzioni già provate, di recente, da vicende più che incresciose".

I genitori e i fratelli di Fabrizio Piscitelli si domandano “da dove e come mai siano fuoriuscite notizie così sensibili nell’ambito di una procedura, tuttora in fase istruttoria, per un omicidio, consumato in pieno giorno, nell’interno del Parco degli Acquedotti, alla presenza di numerose persone, tra cui bambini".

"Siamo dell’avviso che la libertà di stampa non dovrebbe compromettere gli sviluppi di un’indagine, né rappresentare un contributo al degrado. Vi ringraziamo per tutte le iniziative che vorranno assumere e, sempre con maggiore forza, continuiamo a chiedere che coloro i quali hanno voluto e determinato la morte di Fabrizio siano assicurati ad una giustizia, degna di questo nome", concludono.

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