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Palamara: "Mai stato animato da sete di potere personale"

23 giugno 2020 | 18.19
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L'ex presidente dell'Anm ribadisce: "Racconterò fatti per difendermi e non farò una sorta di chiamata in correità collettiva"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Mi sento un uomo delle istituzioni, so che devo difendere me stesso non farò una sorta di chiamata in correità collettiva dovrò raccontare fatti e vicende che riguardano la mia attività politico associativa". A ribadirlo l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, espulso dall'Associazione nazionale magistrati, intervenuto a Radio Uno In viva voce.

"Il lavoro del leader rappresentativo non è uguale a chi va in udienza ogni giorno ma è un lavoro che si svolge in una sfera diversa dove si hanno rapporti con la politica, con le istituzioni e si risponde a numerosissime istanze che provengono da tanti colleghi nessuno escluso, o meglio purtroppo spesso sono esclusi quelli che sono fuori dal sistema delle correnti. Dovrò spiegare le mie condotte, avendo chiaro che non sono mai stato animato da sete di potere personale", ha chiarito Palamara.

"In questo momento sono io ad essere accusato e incolpato quindi devo avere la possibilità di difendermi, e difendendomi parlare chiaramente di come è stato caratterizzato questo sistema delle nomine - ha detto ancora Palamara - che presuppongono accordi estenuanti tra i vari gruppi con la componente laica del Csm, e ci sono anche incontri con altri esponenti ella politica, il che non significa minare l'autonomia della scelta del Consiglio superiore della magistratura". Questo sistema "non l'ho inventato io, e io non ero che una delle interfacce. Negare questo - ha concluso - significa negare l'evidenza della realtà".

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