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Ustica, Giovanardi: "Da atti secretati emerge che nel 1980 fra obiettivi Fplp c'era aereo"

25 giugno 2020 | 17.59
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“Dopo 40 anni basta, ho deciso di leggere, anche se depurandoli da elementi che potrebbero rappresentare ancora un rischio, ciò che mi ero annotato nel 2016, visionando gli atti, sull’attività dei palestinesi e le loro minacce di rappresaglia contro l’Italia. E da questi atti emerge che nel 1980 il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, dopo l’arresto del loro referente a Bologna, Abu Saleh, deliberò che il patto con l’Italia che prevedeva di non compiere attentati sul nostro territorio in cambio della libera circolazione delle loro armi, era saltato, così avviando un’escalation di minacce contro il nostro Paese e ponendo fra gli obiettivi anche un aereo e vittime civili”. E' quanto dichiara all’AdnKronos, a 40 anni dalla strage di Ustica, l’ex senatore Carlo Giovanardi, al termine di una conferenza stampa nel corso della quale ha reso pubblici stralci degli atti da lui stesso visionati nel 2016 in qualità di membro della Commissione d’Inchiesta sulla morte di Aldo Moro.

“Negli atti, a cui è stato tolto il segreto di Stato ma che sono stati di nuovo classificati, ci sono cose che in teoria potrebbero ancora dare fastidio – spiega Giovanardi -, e quindi ho deciso di depurarli di alcuni particolari, ma la sostanza è che dopo 40 anni mi sembra giusto che i cittadini sappiano cosa è accaduto nelle settimane precedenti il 27 giugno del 1980. Si tratta di atti sui rapporti fra l’Italia e i palestinesi che vanno dalla fine del 1979, precisamente da quando a Ortona vennero sequestrati gli euromissili con il coinvolgimento di Abu Saleh e degli esponenti di Autonomia operaia, al 27 giugno del 1980”.

Dagli atti emerge che “dopo l’arresto di Saleh, il fronte di George Habash, leader dell’Fplp, scatenò un’escalation di minacce perché l’Italia, contrariamente agli accordi, non era riuscita a far scarcerare Saleh, e fra l’altro il processo di appello era stato anche rinviato. A quel punto parte la rappresaglia, e i nostri servizi segreti, nelle comunicazioni al governo italiano, avevano indicato esplicitamente anche in un aereo, oltre che in un’ambasciata, i possibili obiettivi dell’attentato, specificando che per quanto riguardava l’Fplp, l’accordo del 1973, che prevedeva di non fare attentati in Italia, non esisteva più”.

Nello specifico, afferma Giovanardi, il 16 giugno del 1980, i nostri servizi segreti scrivono che “dalla preoccupante reazione di Abash, c’è motivo di ritenere che si riprenderà libertà di azione, non si può più fare affidamento sulla sospensione delle operazioni terroristiche in Italia e contro gli interessi dei cittadini italiani decisa dall’Fplp nel 1973, e si può ipotizzare una situazione di pericolo a breve scadenza”.

Il “Politburo dell’Fplp – aggiunge Giovanardi - aveva deliberato attentati con vittime innocenti, e l’oggetto degli attentati, si legge negli atti, poteva essere un aereo o un’ambasciata”. Inoltre, nelle comunicazioni dei nostri servizi segreti al governo, conclude Giovanardi, si evidenziava che “non si poteva escludere che l’Fplp in quel momento fosse controllato da esponenti filolibici”. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Giuliana Cavazza, presidente della Associazione sulla Verità per Ustica, che perse la madre nel disastro aereo, ed Eugenio Baresi, già segretario della Commissione Stragi.

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