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Coronavirus, Zaia: "Morto il serbo contatto zero"

04 luglio 2020 | 13.13
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Il governatore del Veneto: "Ha infettato i quattro rientrati dalla Serbia a Vicenza ed è deceduto". Su Tso: "Da usare in casi estremi". Il virologo Palù: "Nella Regione 15 focolai e casi importati"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Il 'contatto zero', il cittadino serbo che ha infettato i 4 veneti rientrati da quel Paese a Vicenza è deceduto". Ad annunciarlo è stato il presidente del Veneto Luca Zaia oggi in un punto stampa. "Il Veneto non ha ripreso l'onda dei contagi. Il virus ce lo siamo andati a prendere in Serbia e ce lo siamo portati a casa". "Stiamo parlando quindi di cinque positivi, di un focolaio, importato dall'estero: positivi che si sono contagiati in Serbia". Zaia ha quindi spiegato che "la sanità veneta ha funzionato perché siamo andati a rintracciare tutti i contatti stretti che hanno portato alle 52 persone in isolamento fiduciario".

Intanto il dg dell'Ulss berica di Vicenza Giovanni Pavesi ha annunciato che è stata presentata "una segnalazione alla Procura di Vicenza che dovrà ravvisare se ci sono elementi di colpevolezza da parte della persona che ora è ricoverata in terapia intensiva all'Ospedale San Bortolo di Vicenza per la sua mancata collaborazione con i sanitari che ha portato al rischio di diffondere un'epidemia nella popolazione".

Pavesi ha spiegato che "l'imprenditore è rientrato dalla Serbia assieme ad altre tre persone in auto il 25 giugno scorso, presentando già da quel giorno sintomi importanti di sospetto coronavirus. Si è presentato soltanto la notte tra il 27 e il 28 al pronto soccorso di Noventa Vicentina che lo ha preso in carico, verificando che in effetti presentava sintomi da coronavirus, e quindi è stato trasferito in ambulanza da Noventa a Vicenza, dove è stato tamponato, e risultando positivo, trattenuto in area Covid del pronto soccorso fino alla mattina successiva quando non ha accettato di essere ricoverato e, firmando per tornare a casa, dando la sicurezza di abitare da solo a parte la presenza di un domestico".

"Il soggetto è tornato quindi a casa, venendo comunque monitorato dai sanitari come facciamo con tutti i soggetti trovati positivi - ha spiegato il dg dell'Ulss berica - ma non ritenendo soddisfacente il contatto intrattenuto con lo stesso con l'aiuto del sindaco" del paese "di residenza del soggetto, mercoledì mattina con l'ambulanza ci siamo presentati a casa del soggetto riportandolo in ospedale dove è stato ricoverato prima nel reparto di malattie infettive e poi in terapia intensiva. La prognosi è riservata ma il soggetto, nelle ultime ore sta reagendo bene".

Zaia: "Tso da usare in casi estremi"

Il virologo Palù: "In Veneto 15 focolai e casi importati"

LA PROVENIENZA DEI FOCOLAI - "La novità, non irrilevante - ha detto Zaia - è che abbiamo 118 stranieri coinvolti in focolai in Veneto. Ci portiamo, quindi, il virus da fuori. Ed è quindi fondamentale, senza creare allarmismi, stabilire regole di reciprocità con gli altri Paesi, questo per tutelare la salute dei cittadini italiani e stranieri". Zaia ha spiegato che ad esempio "c'è il bollino rosso per i Paesi del Nord Africa, dove ci sono focolai importanti, e la novità è quella dei Balcani con il lockdown a Belgrado: i nuovi focolai dei Balcani sono un tema che va affrontato".

ISOLAMENTO FIDUCIARIO - "E' stato sbagliato togliere il penale per la mancata osservanza dell'isolamento fiduciario" ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia oggi nel punto stampa in cui ha spiegato che "la regione non ha facoltà di introdurre contravvenzioni autonomamente, ma mutua le leggi nazionali previste dal Dpcm", ha spiegato tornando a ribadire che "la regione non ha tanti poteri per l'utilizzo del Tso o l'introduzione del penale per la mancata osservanza dell'isolamento fiduciario. Ne ho parlato con il ministro Speranza e anche con il viceministro Sileri perché questi sono temi da affrontare a livello nazionale. Il ministro ha convenuto con me che il tema del ricovero obbligatorio, in casi estremi come quello avvenuto (dell'imprenditore di Vicenza, ndr.) è un tema da affrontare e da approfondire".

IL VENETO NON E' IL VIETNAM - "Lunedì presenterò l'ordinanza non per introdurre nuove regole per i cittadini ma per dare più potere ai sanitari per gli isolamenti fiduciari o peggio ancora per il ricovero di persone affette da coronavirus". "Tutti noi qui in veneto viviamo 'della pagnotta' non possiamo permetterci e non possiamo mettere a ferro e fuoco i nostri operatori, le nostre aziende, facendo passare l'idea, a livello nazionale, che qui è tornato il Vietnam dal punto vista sanitario. Assolutamente no. Siamo a contagio praticamente zero secondo i dati".

PIANO DI SANITA' PUBBLICA E QUARANTENA - "A metà luglio presenteremo il Piano di Sanità Pubblica che dice con chiarezza che cosa faremo in futuro, poi sarà oggetto di valutazione e consigli, con un cronoprogramma per tutte le attività da farsi, ma non sarà uno spreco perché preferiamo avere gli ospedali vuoti e ma l'artiglieria schierata". "Sento che qualcuno dice che dato che le Regioni chiedono l'autonomia allora dovrebbero stabilire le quarantene. Ricordo che non siamo noi a gestire le frontiere, non siamo noi a stabilire la quarantena per chi viene da alcuni Stati. Questo spetta all'Oms, in basse ai dati sui contagi". Inoltre, ha sottolineato Zaia, "la situazione che si è manifestata ieri non c'entra niente con i tamponi che vengono eseguiti". "Ad oggi, in Veneto, sono stati effettuati 1.001.885 tamponi" conclude.

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