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Arriva 'Ugo', servizio gratuito per chi soffre di patologie retina

06 luglio 2020 | 12.55
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Arriva 'Ugo', servizio gratuito per chi soffre di patologie retina

Si chiama 'Ugo', è realizzato dalla startup omonima, ed è un innovativo servizio nato per sostenere le persone fragili e le loro famiglie, messo da Novartis gratuitamente a disposizione dei pazienti in trattamento per patologie della retina. Si tratta, riferisce una nota, del primo esempio in Italia di caregiving on demand in area oftalmica e risponde a una concreta necessità di assistenza per persone che vivono una condizione invalidante e di fragilità. Il servizio offerto assicura a questi pazienti, spesso ipovedenti, la possibilità di affrontare con regolarità e senza ostacoli il percorso di cura nel quale sono impegnati.

L’occhio è infatti esposto a malattie croniche, degenerative e invalidanti che necessitano di un trattamento continuativo nel tempo quali il glaucoma, le retinopatie e la degenerazione maculare senile. Quest’ultima nella sua forma umida o essudativa è considerata la principale causa prevedibile di grave perdita della vista e cecità negli adulti over 65, con un impatto stimato in 20-25 milioni di persone in tutto il mondo, un numero che, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, è destinato a crescere sia per la condizione degli attuali pazienti, che per l’allungamento dell’aspettativa di vita.

Gli operatori di Ugo garantiscono un supporto logistico, fisico e psicologico al paziente e ai suoi familiari, fornendo l’assistenza necessaria per accedere correttamente a tutti gli appuntamenti di terapia e follow-up ospedalieri, gestire gli orari e le regole del reparto, orientarsi nella struttura, affinché sia sempre salvaguardata la continuità e l’appropriatezza terapeutica.

"La collaborazione con Ugo ci permette di offrire un aiuto concreto ai pazienti con patologie alla retina, assicurando loro un’assistenza qualificata nella gestione della terapia", sottolinea Luca Vergari, Head of Franchise Ophtha di Novartis Italia. "Nelle malattie oftalmiche degenerative, la tempestività dei trattamenti e l’aderenza regolare alla terapia sono fattori determinanti per il successo della cura. Per Novartis, essere vicini a questi pazienti significa dunque non solo mettere a loro disposizione farmaci innovativi ma anche individuare soluzioni che possano sostenere l’efficacia del percorso terapeutico in cui sono impegnati e allo stesso tempo sollevare le strutture sanitarie da ulteriori oneri organizzativi. Si tratta di una doppia esigenza che oggi, in un contesto ancora condizionato dalle difficoltà dell’emergenza Covid-19, è avvertita in modo particolare", aggiunge.

Il progetto crea anche una sinergia virtuosa tra specialista oculista e paziente. Il medico individua i pazienti a cui destinare il sostegno sulla base di criteri sia relativi alla fragilità fisica, sia di carattere psicologico, sociale ed economico: tra i primi, una visione molto compromessa, monocolare, o la ridotta mobilità; tra gli altri, l’isolamento, l’assenza di supporti familiari, la scarsa presenza di caregiver. Dopo aver ottenuto il consenso e l’adesione al progetto del paziente, quest’ultimo viene affiancato da un operatore Ugo, persona di fiducia che sarà il suo riferimento per tutto il percorso terapeutico e che, nel dettaglio, si occuperà tra l’altro di recepire il calendario della terapia, facilitare la comunicazione medico-famiglia, assicurare il rispetto di giorni e orari, disciplinare accessi, attese e permanenza nella struttura ospedaliera.

Affidabilità e professionalità sono le caratteristiche fondanti su cui si basa il servizio. Tutti i caregiver Ugo sono selezionati e formati per garantire qualità e sicurezza, nel rispetto delle norme di prevenzione e delle direttive degli ospedali e dei reparti, e il loro operato viene costantemente tracciato digitalmente e monitorato attraverso feedback di altri utenti.

Il progetto è attivo, nella sua attuale fase pilota, nelle città di Milano, Monza, Genova, Foggia e nei rispettivi hinterland. La startup Ugo, infine, sta partecipando alla quarta edizione del programma BioUpper, iniziativa nata dalla partnership tra Novartis e Fondazione Cariplo come prima piattaforma italiana di training e accelerazione che promuove e finanzia progetti innovativi nel campo delle Scienze della Vita.

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