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Vella: "Covid non è meno infettivo, stabilità brutto segno"

06 luglio 2020 | 09.11
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Il docente di Salute globale all'università Cattolica di Roma: "Nessuna prova scientifica che sia più debole, dirlo è un messaggio pericoloso"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

"Stabile a me non piace per niente come situazione epidemica. La stabilità" che caratterizza l'andamento della curva epidemica di Covid-19 in Italia "è un brutto segno", perché così il virus è "certo che ritorna". In realtà "purtroppo non ha smesso di circolare", ed "è falso che sia meno infettivo" o "meno pericoloso". Lo ha precisato Stefano Vella, docente di Salute globale all'università Cattolica di Roma, intervenuto ad 'Agorà estate' su Rai3.

"Certo - ha spiegato l'esperto - ci sono meno persone che vanno in ospedale perché ci sono meno casi e, siccome soltanto una piccola frazione" di infettati da Sars-CoV-2 "ha una malattia più grave, è chiaro che diminuisce" anche la quota di chi viene ricoverato. "Ma questo non è un segno che il virus si è indebolito. Non sono prove scientifiche che lo dicono", ha avvertito Vella. "Chi lo dice mi fa arrabbiare moltissimo - ha aggiunto - perché è un messaggio molto pericoloso. Per questo poi la gente si assembra".

L'ondata dei contagi "spero che non riparta", ha proseguito il docente, auspicando "che la sanità regionale riesca a cogliere i 'fili di fumo'" che si levano dai focolai "e a isolarli come sta facendo adesso". Vella ha invitato infine a considerare Covid-19 qual è effettivamente: "Un'epidemia globale" da trattare come tale: "Se è global, non possiamo ragionare local".

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