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Scuola, per gli insegnanti del Mamiani "c'è totale mancanza di visione"

08 luglio 2020 | 21.59
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Per 60 docenti dello storico liceo della Capitale da troppo tempo pesa nei confronti dell'insegnamento pubblico "il disinteresse tipico dei paesi sottosviluppati"

L'ingresso del Liceo Mamiani di Roma (Fotogramma)
L'ingresso del Liceo Mamiani di Roma (Fotogramma)

Dopo il Virgilio, il Mamiani è il secondo storico liceo della Capitale a dir la propria sulla politica scolastica ‘emergenziale’ del Governo. Il 30 giugno scorso circa 60 insegnanti del Liceo (maggioranza assoluta) hanno fatto propria la lettera proposta da una di loro in Collegio dei Docenti: ove si afferma che la Scuola italiana è vittima di tagli e "di una totale mancanza di visione, di cui è prova la debolezza della posizione dei ministri che si sono succeduti’”. Lo scrive oggi sul quotidiano ‘La Tecnica della scuola’ Alvaro Belardinelli, docente del liceo Mamiani di Roma.

“Perciò bisogna occuparsi della Scuola Pubblica - precisa -, 'su cui da troppo tempo pesa il disinteresse tipico dei paesi sottosviluppati’. Anche perché 'la lentezza delle decisioni, la affannosa corsa sempre in ritardo, il silenzio colpevole di tutta la società civile, hanno confermato che la scuola in Italia non è una questione centrale, mentre secondo la nostra Carta costituzionale dovrebbe essere il primo strumento in cui si costruiscono libertà, dignità e uguaglianza tra cittadini. Di tale uguaglianza è garante e responsabile il governo, cui spetta la tutela dei diritti costituzionali'”.

La scuola è tale se in presenza, secondo Belardinelli, che sottolinea quanto sia “netta la posizione dei docenti rispetto alla ‘DaD’: la Scuola è luogo d’incontro fisico, in cui si diviene donne e uomini cittadini. È un luogo separato dalla casa e dalla famiglia, dove si cancellano le disuguaglianze e si cresce confrontandosi. ‘La lezione non è un contenuto, ma un’interazione di sguardi, emozioni, voci, è una linfa vitale che passa necessariamente attraverso corpi e spazi condivisi. Per questo e per tanto altro la scuola a distanza può essere solo un palliativo necessario nella fase della prima emergenza più acuta, essa non elimina le disuguaglianze sociali e culturali, come sa bene chi l’ha scrupolosamente praticata in questi mesi’”.

“La Scuola di Stato (l’unica che possa a buon diritto definirsi ‘pubblica’) - dice ancora Belardinelli - non è, secondo i docenti del Mamiani, ‘un parcheggio per lasciare minori altrimenti incustoditi o un inutile dovere, ma un diritto fondamentale per il futuro dei nostri giovani’, nonché ‘organo costituzionale e fondante di un paese civile’”.

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