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Omicidio Polizzi, Cassazione conferma ergastolo per Riccardo Menenti

09 luglio 2020 | 11.58
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16 anni e mezzo al figlio Valerio. Familiari di Alessandro in lacrime alla lettura della sentenza

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Sibilla Bertollini

Non c’è tempo di dirsi nulla: sono le lacrime e gli abbracci tra i familiari e gli amici di Alessandro Polizzi, ucciso con un colpo di pistola a marzo del 2013, a parlare subito dopo la lettura della sentenza della Corte di Cassazione, che rigettando i ricorsi contro l’appello-bis, ha confermato l’autore materiale dell’omicidio del giovane perugino, Riccardo Menenti, all’ergastolo e suo figlio Valerio, per concorso, a 16 anni e mezzo. "Giustizia è fatta", dice con emozione il legale della famiglia Polizzi Nadia Trappolini fuori dall’Aula della Suprema Corte, "certo resta l’amarezza - aggiunge - di sapere che Alessandro al padre e alla madre non glielo restituisce più nessuno".

"Una bella pagina per la giustizia italiana", commenta a caldo la madre di Alessandro Polizzi che, commossa, fatica a parlare. "Non si poteva legittimare uno che ha sempre detto che si è fatto giustizia da solo. Una lunga battaglia durata 7 anni", aggiunge. "Non abbiamo vinto, abbiamo perso uguale - afferma il padre di Alessandro, Giovanni Polizzi con gli occhi lucidi, accanto alla moglie - perché nostro figlio non c’è più. Sì, alla fine abbiamo avuto giustizia ma con questa non ci facciamo niente, la domenica sempre al cimitero andiamo. Domani? Staremo io e mia moglie da soli, lontani da tutto e da tutti".

"Siamo increduli perché dopo tutto questo patire lungo sette anni fatto di processi e amarezze nel vedere i Menenti liberi, perlomeno oggi possiamo dire che giustizia è stata fatta", sostiene a sua volta il fratello di Alessandro, Francesco Polizzi. Julia Tosti, fidanzata di Alessandro, scampata all’agguato mortale quella maledetta sera del 2013, piange. La lettura della sentenza per lei è una liberazione che attendeva da quando tutto è iniziato.

"Non ci credo, non ci credo, non ci credo", ripete. "E' stato un incubo, ma sono contenta di aver creduto alla giustizia fino all’ultimo. Non ho mai mollato: speravo che si arrivasse a questo risultato. Grazie a tutti". "Questa vicenda si è finalmente chiusa: Julia non ne poteva più - dichiara il suo avvocato Donatella Donati - In questi anni ha vissuto in modo precario aspettando un ristoro. Oggi è finita, finalmente. Per lei, per i familiari di Alessandro".

"Per Valerio Menenti, francamente auspicavamo l’annullamento. Si è sempre ritenuto innocente. Il padre Riccardo lo ritenevamo meritevole delle attenuanti generiche che avevamo invocato alla Suprema Corte. Prendiamo comunque atto della sentenza della Cassazione. Questa vicenda finisce così. Ora Riccardo e Valerio Menenti si andranno a costituire presso il carcere di Terni" dice all’Adnkronos l’avvocato Francesco Mattiangeli. Padre e figlio, entrambi fuori per decorrenza termini, ora torneranno di nuovo in carcere a Terni. Valerio Menenti ha scontato solo sei anni dei 16 inflitti dalla Corte di Appello di Firenze.

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