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Appalti pilotati nel nisseno, ai domiciliari sindaco e vice di Santa Caterina Villarmosa

10 luglio 2020 | 08.39
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Misure cautelari a carico di 16 persone a Santa Caterina Villarmosa, ci sono anche imprenditori

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Ci sono anche il sindaco di Santa Caterina Villarmosa (Caltanissetta), Antonio Fiaccato, il suo vice Agatino Macaluso, e l'assessore alla Cultura e al Turismo, Giuseppe Natale, tra i 16 indagati del blitz denominato 'Cerbero', eseguito dai carabinieri e dalla Guardia di finanza. Il gip di Caltanissetta su richiesta della locale Procura ha disposto per tutti e tre gli arresti domiciliari. Al centro dell'inchiesta ci sono appalti concessi con affidamento diretto a imprenditori amici. Coinvolti anche imprenditori e liberi professionisti. Le accuse a vario titolo sono associazione a delinquere, concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e falso ideologico, abuso di ufficio.

Le indagini, dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, hanno tratto origine dall'operazione 'Pandora' che aveva svelato, oltre a infiltrazioni mafiose nel comune di San Cataldo, anche ipotesi corruttive a carico di pubblici funzionari in concorso con imprenditori locali. "Proprio l’esame della documentazione sottoposta a sequestro nei confronti di un imprenditore coinvolto in quella indagine, ha costituito l’incipit delle attività investigative che si sono adesso concluse", spiegano gli investigatori.

Al Comune di Santa Caterina Villarmosa, nel Nisseno, c'era una "gestione familistica" sotto la regia del sindaco Antonino Fiaccato. Il blitz ha svelato un "sistema concussivo-corruttivo" al Comune, "a suo piacimento, quasi si trattasse di un signore di epoca medioevale, distribuiva benefit e prebende agli 'amici', non esitando, al contrario, a operare con minacce velate ed esplicite nei confronti di quei pubblici funzionari che non si piegassero al suo volere". Ne sono convinti gli investigatori.

Al Comune di Santa Caterina Villarmosa c'era un "perdurante sistema concussivo-corruttivo, al cui vertice si poneva il sindaco Antonino Fiaccato, con il consapevole concorso di fidati collaboratori", tra cui il suo vice Agatino Macaluso, l'assessore Giuseppe Natale, e Calogero Rizza, "vera interfaccia tra la componente politica e gli imprenditori". E' quanto emerge ancora dal blitz 'Cerbero'.

Le indagini, che già lo scorso anno avevano portato a una serie di perquisizioni negli uffici comunali e nelle abitazioni dei soggetti coinvolti, hanno consentito di svelare "una serie di intrecci affaristici illeciti tra professionisti, imprese e amministratori del Comune di Santa Caterina Villarmosa".

Emarginati e costretti alle dimissioni era la sorte riservata ai dipendenti comunali e ai politici che non si piegavano al volere di Fiaccato, emerge ancora. "Il 'sistema corruttivo' era alimentato anche dalla compiacente e interessata platea di imprese e di professionisti attratti dalla possibilità di ottenere incarichi e conferimenti di lavori, servizi e forniture dallo stesso Comune in spregio ad ogni regola", dicono gli investigatori.

Appalti e incarichi venivano concessi "in spregio a ogni regola" e con il meccanismo dell'affidamento diretto sotto soglia. Se necessario anche frazionando i lavori da affidare: era questo il meccanismo con cui Fiaccato avrebbe pilotato gli appalti assegnandoli agli imprenditori amici.

"Il sindaco con la compiacenza di alcuni dipendenti del Comune - spiegano gli investigatori - è riuscito negli anni a dirottare lavori pubblici per un ammontare complessivo di circa 7,5 milioni di euro a favore di imprese 'gradite' in cambio di 'favori di ogni genere' o appoggi politici.

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