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Rigopiano, i parenti delle vittime: "Rinvio udienza ennesimo colpo"

10 luglio 2020 | 14.00
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Presidente e segretario del Comitato vittime di Rigopiano all'Adnkronos: "Vogliamo il processo e non ci arrendiamo, ora il calendario delle udienze sia fitto per recuperare il tempo perso"

(Adnkronod)
(Adnkronod)

di Sara Di Sciullo

"L'ennesimo rinvio, l'ottavo in un anno, l'ennesimo colpo che viene afflitto ai familiari delle vittime". Ma "noi vogliamo farlo questo processo, non ci siamo arresi e non ci arrenderemo". Gianluca Tanda e Marco Foresta, rispettivamente presidente e segretario del Comitato vittime di Rigopiano, esprimono all'Adnkronos tutta la loro delusione nel giorno in cui si sarebbe dovuta celebrare l'udienza preliminare del processo sulla tragedia dell'hotel di Farindola (Pescara) che fu travolto da una slavina il 18 gennaio 2017 e dove morirono 29 persone mentre 11 si salvarono per miracolo dopo essere rimaste, ore e ore, tra le macerie. L'udienza è stata rinviata al 18 settembre, un nuovo slittamento legato anche alla problematica per il distanziamento in aula nell'emergenza coronavirus.

Marco Foresta, che ha perso suo padre e sua madre, Tobia Foresta e Bianca Iudicone, non ci sta: "L'udienza era stata spostata dal 27 marzo a oggi", ma in tre mesi non si è riusciti a trovare una soluzione.

"Avevamo anche fatto la proposta di rinunciare al nostro diritto di presenziare, ma non è stata accolta - sottolinea - Di questo passo quando arriviamo al dibattimento? Si è deciso che a settembre l'udienza sarà celebrata in tre aule con il maxischermo, non ci interessano i modi, ma il tempo. Speriamo vengano fatte udienze settimanali, più fitte e scadenzate, diciamo 'no' a perdite di tempo, bisogna recuperare il tempo perduto".

L'udienza di oggi alla fine è slittata nonostante, nei giorni scorsi, lo stesso ministero della Giustizia si fosse interessato al caso. "Il ministro Bonafede ci ha chiamato più volte ma nonostante tutto non si è trovata una soluzione - racconta Gianluca Tanda, fratello di Marco, un'altra vittima di Rigopiano - Lo stesso ministro mi ha detto che era dispiaciuto anche lui per un ulteriore rinvio. Il nostro più grande dispiacere è che passano gli anni e siamo ancora nella fase preliminare: è vero, non c'è la prescrizione, ma la vita di tante mamme anziane è la prescrizione stessa: in cuor nostro sappiamo le responsabilità, ma vogliamo vedere la verità processuale".

Un nuovo slittamento era nell'aria, ma le vittime non volevano crederci: "Molti si chiedono come è possibile che questa udienza non sia considerata urgente: non lo sarà per la questione della prescrizione, ma comunque va considerata tale perché si tratta di un processo complesso sul quale c'è l'attenzione di tutta Italia".

I familiari delle vittime attendono ora il 18 settembre e se ancora una volta l'udienza non dovesse tenersi assicurano battaglia: "Siamo pronti a fare qualcosa di forte. Noi vogliamo questo processo, non ci arrendiamo", conclude il presidente del Comitato Tanda.

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