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Scontro treni in Puglia, 4 anni fa la tragedia

11 luglio 2020 | 17.51
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Anna Aloysi, che il 12 luglio del 2016 ha perso la sorella Maria, all'epoca 50enne, nell'incidente ferroviario verificatosi nel tratto a binario unico delle ferrovie Bari-Nord tra Andria e Corato: "Nessun politico deve approfittare del 12 luglio". E sottolinea: "Aspettiamo giustizia"

Scontro treni in Puglia, 4 anni fa la tragedia

"Dopo quattro anni in cui la vicenda è passata sotto silenzio, tutto a un tratto arrivano le elezioni, viene Salvini ad Andria e se ne torna a parlare per la campagna elettorale. Non è speculazione questa? Nessun politico deve approfittare del 12 luglio, non lo permetto a nessuno: i morti devono essere lasciati in santa pace. Sento tanta rabbia". Lo dice all'Adnkronos Anna Aloysi, di Andria, che il 12 luglio del 2016 ha perso la sorella Maria, all'epoca 50enne, nell'incidente ferroviario verificatosi nel tratto a binario unico delle ferrovie Bari-Nord tra Andria e Corato, gestito da Ferrotramviaria.

Nel terribile scontro dei due treni provenienti da direzioni opposte persero la vita 23 persone e altre 51 rimasero ferite. Domani Anna Aloysi parteciperà alla commemorazione che si terrà a Bari, presso la lapide commemorativa nel perimetro della fontana di piazza Moro, di fronte alla stazione centrale. "Mi auguro che nessun familiare entri in politica speculando sulla morte delle 23 vittime per la campagna elettorale", aggiunge. "Io non lo farei mai. Infatti me l'hanno offerto ma mi sono rifiutata”. “Le istituzioni non hanno fatto niente – prosegue Aloysi - sono passati quattro anni ma non vedo ancora alcun risultato. E' vero, ci sono ancora le udienze del processo e non si può dire ancora niente, non è stato condannato nessuno ma nessuno parla. Aspettiamo giustizia. La mia paura è quella della prescrizione".

Anche per questo Anna, che ha fondato una associazione in ricordo della sorella, è in contatto con altri familiari di vittime di incidenti simili come quello del disastro di Viareggio, del crollo in Abruzzo, del ponte Morandi.

La signora Aloysi è parte lesa al processo di primo grado in corso davanti alla corte di assise del tribunale di Trani. Sono imputate 17 persone fisiche, tra capistazione, dipendenti, dirigenti e vertici dell’azienda Ferrotramviaria e un funzionario del Ministero delle Infrastrutture e la stessa società come persona giuridica. Le accuse, a vario titolo, sono di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Le udienze sono riprese in un auditorium ad Andria il 17 giugno dopo la pausa dovuta alla chiusura per Covid. Se ne sono tenute altre due, la prossima  prevista il 22 luglio, prima del probabile stop di agosto. L'anniversario di una tragedia che, peraltro, non ha ancora avuto un esito giudiziario, è ancora molto forte.

"Io non dimentico – conclude Aloysi - da quando è morta mia sorella la mia vita è cambiata. Non mi riprendo più, ho perso anche i miei genitori".

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