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Caso Cucchi, Carabiniere in aula: "Collega disse che era messo male"

13 luglio 2020 | 15.01
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Il militare, rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò, ha spiegato che "quella confidenza" su Cucchi non gli fu riferita direttamente

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

“Un militare del Nucleo operativo, di ritorno dall'udienza di convalida di Stefano Cucchi, disse che il giovane era conciato male, tanto che aveva difficoltà a camminare". E’ quanto ha detto il luogotenente del Nucleo comando della compagnia Roma-Casilina, testimoniando in aula in Tribunale a Roma al processo sui presunti depistaggi seguiti alla morte del giovane geometra, deceduto una settimana dal suo arresto per spaccio nell’ottobre del 2009. Il militare, rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò, ha spiegato che "quella confidenza" su Cucchi non gli fu riferita direttamente e che non ne parò con i suoi superiori.

A pochi giorni dalla morte di Stefano Cucchi, il 26 ottobre 2009, i vertici locali dell’Arma inviarono tre note di “plauso” e “apprezzamento” alla compagnia dei carabinieri che aveva operato l’arresto del geometra, deceduto 4 giorni prima, una settimana dopo essere stato arrestato per droga. A ricordare il fatto è stato il pubblico ministero Musarò. “E' usuale una nota del genere per un arresto di spaccio di droga, per una così modica quantità?” ha chiesto il pm. "No, certamente" ha risposto il luogotenente, aggiungendo che nell'Arma quando c'è un militare coinvolto si redige un 'Rapporto sul fatto' e che per Cucchi questo non è avvenuto.

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