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Strage Bologna, ira familiari vittime: "In archivi solo cartaccia"

13 luglio 2020 | 15.44
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Paolo Bolognesi: "Con quello che hanno versato non si sarebbe nemmeno iniziato il primo grado di giudizio"

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Ira di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, per la mancata applicazione della direttiva Renzi del 2014 sulla desecretazione degli atti. "Ci hanno fregato - accusa -, con i versamenti dei documenti riferiti a quel provvedimento, che sono stati assolutamente insufficienti. Lo abbiamo denunciato negli anni e adesso addirittura abbiamo fatto vedere che le carte versate sono cartaccia, rassegne stampa e cose non importanti per andare avanti con le indagini".

"Con quello che hanno versato – dice chiaro e tondo Bolognesi - non si sarebbe nemmeno iniziato il primo grado di giudizio per la strage di Bologna. Ora discutiamo per arrivare ai mandanti, c'è un processo che va in quella direzione, ma con quei documenti invece non saremmo nemmeno arrivati nemmeno alle condanne del 1995".

Un centinaio di persone sono intanto pronte a costituirsi parte civile al processo sui mandanti della strage. Lo annuncia l'avvocato dell'associazione tra i familiari delle vittime, Andrea Speranzoni: "Si preannuncia una partecipazione importante dei famigliari delle vittime anche a questo processo". Per quanto riguarda l'indagine sui mandanti – commenta Speranzoni - "è stata soddisfacente e meticolosa. Non è ancora conclusa perché c'è un secondo filone in corso, ma che credo dia al puzzle della strage del 2 agosto dei pezzi fondamentali che fino ad oggi mancavano". Il processo potrebbe iniziare già in autunno, ha spiegato l'avvocato. Per quanto riguarda il secondo troncone delle indagini dovrebbe terminare tra settembre e dicembre prossimi. Speranzoni sottolinea poi anche l'emergere dagli atti della "non contraddizione tra la compartecipazione di uomini dei Nar, di Terza posizione e di Avanguardia nazionale nel progetto stragista dell'80". Parla poi di "depistaggi orchestrati dal Sismi", spiegando che "la pista palestinese e la figura di Carlos vengono introdotti preventivamente alla perpetrazione della strage".

Speranzoni ha parlato poi dell'analisi della movimentazione dei conti bancari e, in particolare, del conto 'Bologna' riferibile al capo della Loggia P2 Licio Gelli, movimenti che ha ricostruito la Procura generale di Bologna, a caccia dei finanziatori dell'attentato. "La Procura generale l'ha integralmente decrittato il documento alla virgola e al centesimo" spiega. "Possiamo dire - afferma - che l'operazione eversiva sfociata nel 2 agosto 1980, è stata agita da uomini della P2 e dello Stato e ha avuto un anticipo economico tra il 16 febbraio 1979 e il 30 luglio 1980, tre giorni prima della strage, e un saldo economico che inizia a sedimentarsi a partire dal 22 agosto 1980". "L'originale del documento 'Bologna', sequestrato a Licio Gelli nel momento dell'arresto nel 1982" che era andato perso e "inabissato", ha spiegato "è stato ritrovato nell'archivio di Stato di Milano, nel portafogli sequestrato allo stesso Gelli".

Le risultanze dell'inchiesta della Procura generale che sono sfociate nella richiesta di rinvio a giudizio per Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale, che avrebbe agito in concorso con Licio Gelli e altri, "ci forniscono un quadro esplicativo del finanziamento e dell'organizzazione della strage", dice l'avvocato dei famigliari," che parla degli incroci con il "crac dell'ex Banco Ambrosiano" ricostruiti "attraverso un'analisi attenta dei movimenti bancari".

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