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L'autista che dirottò un bus: "Giustizia per migranti morti in mare"

15 luglio 2020 | 10.38
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Dichiarazioni spontanee del 47enne di origini senegalesi Ousseynou Sy. Il 20 marzo 2019 a San Donato Milanese sequestrò e incendiò un mezzo con a bordo una scolaresca di Crema. "Da Salvini crimini contro l'umanità, il silenzio rende complici"

Foto Fotogramma
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"Chiedo giustizia per tutte le famiglie che hanno visto morire parenti di fronte alle nostre coste fra il 2018 e il 2019. Perché la giustizia non è a senso unico". Lo ha detto nelle sue dichiarazioni spontanee in aula Ousseynou Sy, il 47enne di origini senegalesi che il 20 marzo del 2019 a San Donato Milanese sequestrò, dirottò e incendiò un bus con a bordo una scolaresca di 50 ragazzini di Crema e tre accompagnatori.

Sy ha parlato prima che la corte di ritirasse in camera di consiglio. La sentenza nel processo di primo grado dovrebbe arrivare fra circa tre ore. "Se volete condannarmi fare pure, ma ricordatevi che il mio gesto aveva solo lo scopo di salvare vite umane. Non ne potevo più di vedere gli orrori tutti i giorni", ha detto.

"I due pm non hanno speso una parola e non hanno fatto nulla rispetto alla nave Gregoretti, quando tante persone sono rimaste in mare per giorni. Era doveroso da parte di un giudice spendere almeno una parola per loro. Il decreto Salvini uccide deliberatamente e il fatto che siano rimasti in silenzio li ha resi complici, perché è un silenzio che uccide", ha proseguito Sy. "Rinnovo le mie accuse contro Salvini di crimini contro l’umanità", ha aggiunto.

Il pm di Milano Luca Poniz ha chiesto per il 47enne di origini senegalesi 24 anni di reclusione per sequestro di persona con finalità di eversione o terrorismo, strage, incendio, lesioni e resistenza. "Trovo la richiesta dei magistrati -ha continuato Sy- abnorme e ingiusta. Mi ha sorpreso davvero. Mi sono chiesto come facciate a chiedere questa pena nel nome del popolo italiano. Se la colpa dei padri dovesse ricadere sui figli non basterebbero due vite al popolo italiano per rimediare ai crimini e agli orrori commessi in Africa".

L’accusa, ha continuato Sy, "ha detto che ho pianificato il mio gesto da paramilitare, da nazista. Se avessi appiccato il fuoco al bus, nessuno sarebbe in quest’aula, ma come per magia sono fuggiti tutti, compresi i professori. Se fosse stato un piano paramilitare, sarebbe stato pessimo".

Il 47enne ha detto di essere stato dipinto come "il mostro cattivo con tutti i pregiudizi che la maggior parte della popolazione ha contro gli stranieri".

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