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Caos Procure, udienza Palamara rinviata a settembre

21 luglio 2020 | 14.28
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Davanti al Csm anche il deputato Cosimo Ferri e altri cinque ex togati. Davigo non si astiene, sarà teste e giudice nello stesso processo: la difesa di Palamara ha presentato una istanza di ricusazione

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Rinviata al prossimo 15 settembre l’udienza del procedimento che vede incolpato davanti alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura Luca Palamara. Lo ha deciso il collegio della sezione presieduta dal laico della Lega Emanuele Basile, all’inizio dell’udienza di oggi. Il rinvio è stato deciso a seguito del legittimo impedimento chiesto dal difensore di Palamara, il magistrato di Cassazione Stefano Giaime Guizzi, e per procedere all’esame dell’istanza di ricusazione presentata per il togato Piercamillo Davigo, componente del collegio disciplinare, che è anche tra i testimoni chiamati da Palamara, e che ha rifiutato di astenersi.

Con Palamara, presente in aula davanti al Csm, anche Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa e deputato di Italia viva, e 5 ex togati del Csm, Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli. Tutti protagonisti, insieme con l'ex ministro Luca Lotti, dell'incontro in un albergo romano, l'hotel Champagne, il 9 maggio dello scorso anno, in cui si discusse di nomine ai vertici di alcune importanti procure italiane, innanzitutto quella di Roma. L'episodio emerso dalle intercettazioni dell'inchiesta di Perugia, che ha dato il via alla bufera che ha travolto la magistratura italiana.

Rinvio al 15 settembre anche per Ferri, ha deciso il collegio durante l’udienza di oggi, che prima aveva rinviato alla stessa data anche l’udienza per Palamara. Anche Ferri, che era presente insieme con il suo difensore, ha presentato istanza di ricusazione per componenti del collegio, che dovrà essere esaminata. Il collegio della sezione disciplinare esaminerà il 15 settembre anche la richiesta alla Camera dell’autorizzazione a utilizzare le intercettazioni a carico di Ferri.

Ferri ha presentato due diverse istanze di ricusazione. La prima, tecnica, riguarda tutti i componenti del Csm in carica al 9 maggio 2019, la data in cui c’è stato l’incontro all’hotel Champagne di Roma con Luca Palamara, Luca Lotti, e 5 ex togati del Consiglio, per discutere di nomine. La ragione è che sono tutti stati citati come testimoni da Ferri in relazione a uno dei capi di incolpazione formulati a suo carico dalla procura generale della Cassazione, quella di avere interferito sull’attività della quinta commissione, competente per gli incarichi direttivi, e dell’intero Csm. Dovranno quindi, in base alla richiesta di Ferri, essere sentiti nel processo per verificare se ci siano state le interferenze contestate. E in base alla formulazione dell’incolpazione, i componenti del Consiglio si configurerebbero come parti lese.

L’altra riguarda la consigliera togata di Area Elisabetta Chinaglia, eletta a dicembre scorso alle suppletive, per alcune dichiarazioni rilasciate in occasione di un dibattito per presentazione della sua candidatura pubblicato su radio Radicale.

Sulle ricusazioni si è espressa in udienza la procura generale, ritenendole ‘’manifestamente inammissibili’’. Un nuovo collegio della disciplinare deciderà sulle istanze.

Udienza rinviata anche per i 5 ex togati del Consiglio superiore della magistratura a processo. In aula erano presenti solo Morlini e Lepre, per gli altri c’erano i difensori. Il rinvio è stato deciso a causa dell’assenza, per impedimenti personali, del presidente titolare del collegio, il laico M5S Gigliotti. Il collegio era infatti presieduto dal supplente Basile, laico della Lega.

IL COLLEGIO - Il collegio della sezione disciplinare è stato presieduto dal laico della Lega Emanuele Basile, in sostituzione di Fulvio Gigliotti (M5S) e formato da Filippo Donati (M5S), Elisabetta Chinaglia (Area), Paola Braggion e Antonio D’Amato (Mi) e Piercamillo Davigo.  Per la procura generale della Cassazione erano presenti l’aggiunto Luigi Salvato, il sostituto pg Simone Perrelli e l’avvocato generale Pietro Gaeta. L’udienza si è svolta nella sala conferenze della sede del Csm per il rispetto delle norme di distanziamento.

LE ACCUSE - Gravi le accuse mosse dal pg della Cassazione, Giovanni Salvi, a Palamara e agli altri 6 magistrati a processo: "comportamenti gravemente scorretti" e inottemperanti ai doveri di riserbo, una "strategia di discredito" messa in atto ai danni dei colleghi, "influenze occulte" e "interferenze" nell'attività del Csm sulle nomine.

DAVIGO NON SI ASTIENE - "Non ravviso alcun motivo di astensione", ha detto il togato del Csm, Piercamillo Davigo, in apertura dell’udienza disciplinare del processo a carico di Luca Palamara, la cui difesa aveva chiesto di astenersi dal far parte del collegio perché il suo nome è presente nella lista di 133 testimoni chiamati ed essere ascoltati, dunque si troverebbe nella condizione di teste e giudice nello stesso processo. La difesa di Palamara ha presentato anche una istanza di ricusazione.

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