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Colpo a mafia nigeriana: 28 fermati, smantellata confraternita

25 luglio 2020 | 11.25
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Gli arrestati sono appartenenti alla confraternita cultista dei ‘Mapphite’

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

La Polizia di Stato di Catania, su delega della Dda etnea, ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 28 persone, prevalentemente nigeriane, a ppartenenti alla confraternita cultista dei ‘Mapphite’ organizzazione criminale transnazionale con sede in Nigeria e basi nei Paesi europei ed in diverse regioni italiane. 

In particolare é stata decapitata la cellula operativa siciliana ‘Family Light house of Sicily’: gli investigatori hanno arrestato il capo dell'organizzazione, i suoi responsabili di zona ed altri affiliati rintracciati nel resto della penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile documentare diversi summit svolti tra i vertici dell'organizzazione. 

L’organizzazione mafiosa nigeriana sgominata dalla polizia di Catania che ha portato a 28 arresti, gestiva il mercato del narcotraffico cercando di non ’sporcarsi le mani’ anche attraverso una ‘contaminazione’ etnica. Se in passato il narcotraffico gestito dai gruppi cultisti escludeva la presenza di altre nazionalità, lasciando il monopolio a fornitori e spacciatori nigeriani, con qualche occasionale intrusione di soggetti ghanesi o gambiani, i due nuovi capi, Volte e Babané, avevano aperto nuovi canali anche con acquirenti italiani.

I due boss riuscivano cosi' ad assicurarsi partite di droga a costi concorrenziali sul mercato illecito che venivano recapitate direttamente da altre regioni d'Italia, personalmente o attraverso una serie di corrieri pronti a trasportare la droga in cambio di pochi euro. Gli indagati, infine, non risultavano impegnati direttamente nella gestione di una piazza di spaccio, ma si collocavano ad un livello più elevato della filiera del narcotraffico. Volte si rapportava solo ai suoi fornitori nigeriani e ai suoi committenti italiani ai quali assicurava forniture di eroina che gli stessi poi rivendevano a terzi.

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