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Piacenza, ex comandante Orlando: "Trent'anni di carriera, mai sanzioni"

27 luglio 2020 | 12.34
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Il maresciallo si è avvalso della facoltà di non rispondere al gip. Ha invece risposto la compagna di Montella. Si allungano tempi per dissequestro caserma

Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

"Dopo trent’anni di onorata carriera secondo voi come posso stare? Non ho mai avuto una sanzione disciplinare in trent’anni, le mie note caratteristiche sono eccellenti, quindi immaginate umanamente come posso stare". Ha parlato così ai giornalisti, lasciando il tribunale di Piacenza dopo l’interrogatorio di garanzia, il maresciallo dei carabinieri Marco Orlando, fino alla scorsa settimana al comando della stazione di Piacenza Levante e ora indagato nell’inchiesta della locale procura.

Orlando di fronte al gip Luca Milani si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato, Antonio Nicoli, ha spiegato che "valuteremo nel prosieguo" se chiedere di essere sentiti.

Orlando, ora ai domiciliari, è accusato di falso in concorso, arresto illegale, perquisizione arbitraria e abuso d’ufficio.

Ad aggravare la sua posizione c’è anche il racconto, affidato ad alcuni organi di stampa, di una transessuale brasiliana che ha riferito di essere stata obbligata a collaborare con i carabinieri della Levante proprio da Orlando, che l’avrebbe minacciata di rimandarla in Brasile. Ora la trans ha chiesto ai magistrati di essere sentita come persona offesa.

Questa mattina di fronte al gip è stata sentita anche Maria Luisa Cattaneo, la compagna dell’appuntato Giuseppe Montella, secondo gli inquirenti il principale promotore degli illeciti in caserma. Anche la donna si trova al momento agli arresti domiciliari.

Ha invece collaborato con gli inquirenti rispondendo alle domande del gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia di questa mattina in tribunale Maria Luisa Cattaneo, la compagna dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Montella. ‘Mery’ Cattaneo, anche lei indagata nell’inchiesta coordinata dal procuratore Grazia Pradella e ora agli arresti domiciliari, è accusata in concorso di aver acquistato e trasportato la droga da spacciare. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Montella eseguiva arresti illegali di pusher con l’aiuto di informatori al fine di rivendere parte degli stupefacenti sequestrati, oltre che di accrescere il prestigio proprio e della stazione Levante.

Intanto si allungano i tempi tecnici necessari per il dissequestro della caserma. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, dopo il sopralluogo di oggi del procuratore capo Grazia Pradella nello stabile di via Caccialupo finalizzato all’acquisizione di documentazione utile all’indagine, la procura aveva previsto per domani l’intervento dei Ris dei carabinieri per un accertamento tecnico irripetibile volto a rilevare tracce e Dna da comparare con quelle degli indagati.

In questo modo già mercoledì sera, cioè dopodomani, la caserma sarebbe potuta essere dissequestrata. Tuttavia oggi gli avvocati dell’appuntato Angelo Esposito, uno dei carabinieri indagati nel fascicolo, hanno fatto riserva di incidente probatorio, allungando i tempi di una decina di giorni almeno.

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