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"Non vincerai mai", così a Firenze il professore truccava il concorso

30 luglio 2020 | 12.31
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Agli atti dell'inchiesta della Procura le intercettazioni tra gli indagati

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

C'è una conversazione, tra le tante agli atti dell'inchiesta sul concorso da professore associato di cardiochirurgia al policlinico universitario di Careggi a Firenze, che rende l'idea di quale fosse il 'clima' intorno al bando per il prestigioso incarico universitario. Un concorso pubblico che i "baroni" avrebbero cucito su misura per un professore, secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Angela Pietroiusti e da procuratore aggiunto Luca Tescaroli, tanto da poter preannunciare l'esito della procedura. U no degli indagati lo ripete più volte: "Non verrai mai chiamato, neanche se tu vincessi". A parlare, riferisce "La Repubblica", è N.M., direttore del dipartimento cardiovascolare e primario della cardiologia di Careggi, nonché - secondo gli accertamenti degli investigatori - tra gli autori del bando incriminato.

Nella stessa stanza c'è S. G., ex cardiochirurgo a Firenze oggi professore ordinario all'Università di Maastricht. G., assistito da Niccolò Lombardi, dal cui esposto presero avvio le indagini, era l'unico "avversario" di Stefano nella corsa ad associato. Ma M. già pareva sapere che ad aggiudicarsi il posto non sarebbe stato lui. In 40 minuti di conversazione glielo ripete almeno sei - sette volte: "Sono certo che non vieni chiamato. È una certezza assoluta". G. invece è certo di poter prevalere sul rivale: "Che lui vinca la vedo difficile perché si devono inventare qualcosa di molto irregolare". M. insiste: "Se anche tu vincessi non ti chiamano punto e fine, rimani lì".

Il tono dello scambio è amichevole, ma il messaggio è chiaro: quel posto non sarà suo, "ne sono no certo, di più". L'altro non ci sta: "Vedremo, io sono un lottatore". "C'è poco da lottare - ribatte Marchionni - se il consiglio di Dipartimento non ti chiama, non ti chiama". La ragione è semplice: nei confronti di G. "c'è un clima di sgradimento", osserva M.. Mentre l'altro professore, che i due apostrofano con il nomignolo di "Gambadilegno", "è in qualche modo tutelato dal sistema, che devo fare", dice M..

Il primario di cardiologia sembrerebbe il primo a nutrire dubbi sul curriculum accademico di Stefano, considerato un'eccellenza in campo chirurgico, al quale il ruolo da associato sarebbe stato promesso già dal 2001, secondo quanto afferma Marchionni. "Se noi andiamo a vedere la produzione di P.S. al 2001 c'ha tre, quattro lavori. Allora bisogna essere tra criminali e rincoglioniti a dire ti faccio professore associato e lui a crederci - dice - Anche a me mi garberebbe essere come Richard Gere, poi la mattina mi guardo allo specchio e dico non ci siamo".

Dieci le persone su cui la Procura ha chiuso le indagini, contestando a vario titolo i reati di abuso d'ufficio e tentata concussione: tra loro anche il rettore dell'Università di Firenze. A lui è riservato un passaggio della conversazione tra M. e G.: "Tutte quelle belle cose che diceva il rettore, il merito, dove sono andate a finire?", chiede quest' ultimo. "Se ne fottono - la risposta - Il rettore è il più doroteo dei rettori".

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