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Strage Bologna, Ciavardini: "Abbiamo scontato la pena, ma non la accetteremo mai"

01 agosto 2020 | 11.24
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L'ex Nar all'Adnkronos: "'Dopo 40 anni ancora la giustizia non ha fatto il suo corso". L'ex presidente della Camera Violante: "Abbiamo vinto contro un sistema eversivo che non ce l'ha fatta" . Stefania Craxi: "Hanno voluto colpevoli a tutti i costi" . L'avvocato di 'Carlos lo sciacallo': "E' pronto a testimoniare a processo su mandanti". Cavallini: "Sereno e innocente, non c’è interesse a cercare altrove". Furlotti: "Accuse infamanti per me e arrestati". Pazienza: "Chiederò revisione e sarò assolto". Perito Coppe: "Indagini scientifiche partite male, ripartire da zero". Il sopravvissuto Pucher: "40 anni e ancora non c'è verità definitiva". Il figlio di Mario Tedeschi: "Accuse a mio padre fandonie create a tavolino". Bolognesi: "Processo mandanti sarà complicato, non lasciateci soli". Urso: "Conte accolga la richiesta del Copasir di desecretare gli atti"

Foto Fotogramma
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“Sono passati 40 anni e ancora la giustizia non ha fatto il suo corso, ci hanno detto solo verità di comodo. La loro verità. Non ci sarebbe nient’altro da aggiungere”. Così all’Adnkronos Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni per la strage di Bologna. “Quello che si può fare ora? Continuare a urlare la nostra innocenza. Domani -aggiunge- nelle principali piazze italiane si riuniranno tante persone per rendere omaggio alle vittime della strage e per ricordare anche chi ha pagato ingiustamente per la loro morte. Iniziative pacifiche, importanti che andrebbero sottolineate e alle quali andrebbe dato risalto".

"Purtroppo però vengono ostacolate continuamente e anche questa cosa vedo che viene strumentalizzata e mi sembra di capire che dopo 40 anni non sia cambiato proprio nulla. Addirittura la pagina Facebook del Comitato l’Ora della Verità è stata segnalata e chiusa. Domani non ci saranno assembramenti, per questo ci si incontrerà tutti a distanza, in varie piazze italiane. Da Roma a Bologna, da Napoli a Verona, da Padova a Vicenza. E così via. Tante voci non sono mai silenziose contro questa giustizia di comodo".

L’ex Nar ha le idee molto chiare sui processi che hanno poi portato alla sua condanna. “I colpevoli eravamo, siamo e saremo sempre noi. Abbiamo scontato la nostra pena ingiusta, ma non l’abbiamo di certo mai accettata. Speriamo che in questo periodo di giustizialismo, anche per i politici, qualcuno si renda conto di cosa significhi quello che ci hanno fatto. Troppe cose non sono come dovrebbero essere e questo per mantenere equilibri, dove noi serviamo solo per fare contrappeso”.

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