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Manzoni: "Rischio la reputazione, il mio peccato è essere commercialista del Carroccio"

03 agosto 2020 | 19.25
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Il 41enne all'Adnkronos: "Bonifici? Sono tranquillo, i soldi sono tracciati". E aggiunge: "Ne uscirò come un uomo perbene"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Nessuna paura dei controlli, ma il timore che il clamore della stampa sulla Lega possa incidere sulla sua reputazione mettendo a rischio il posto di chi lavora nel suo studio. Andrea Manzoni, 41 anni, è il commercialista al centro delle indagini che colpiscono il Carroccio. In base a notizie di stampa risulterebbe indagato nell'inchiesta milanese Lombardia Film Commission che riguarda la compravendita di un immobile a Cormano (Milano), ora il suo nome spunta per bonifici sospetti che potrebbero nascondere il passaggio di soldi a favore del Carroccio. "Sono tranquillo su entrambi i fronti - spiega all'Adnkronos -. Nel primo caso sono completamente estraneo alla vicenda, sul capitolo bonifici sto cercando di capire se mi si accusa di emettere regolari fatture per l’attività che svolgo. Faccio il commercialista, mi sorprenderei del contrario. Si dubita perché ho fatturato? Io vivo del mio lavoro, non di politica, e invece sui giornali appaio come chi sta riciclando denaro dimenticando che io vivo della mia reputazione". La stampa mette in luce come Banca d'Italia abbia segnalato in un anno, tra giugno 2019 e maggio scorso, 39 bonifici sospetti per un totale di circa mezzo milione di euro. Soldi trasferiti dalla Lega per Salvini, dalla Lega Nord e da Radio Padania alla Mdr Stp srl - società di cui Manzoni è socio amministratore. Il rapporto con la Lega risale a fine 2014, oggi Manzoni guida una società con 21 dipendenti, e per lui il partito "è un cliente, particolare, ma di cui ci si occupa come tutti gli altri. Per loro svolgo adempimenti contabili, fiscali, del lavoro e amministrativi in genere in un sistema che garantisce la trasparenza, la legge dica chiaramente se non si può fornire consulenza ai partiti. È forse vietato venire pagati con la liquidità di un partito? Posso fatturare o è moralmente deprecabile? Qual è la stranezza dei bonifici? Il peccato originale è quello di essere il commercialista della Lega, sembra quasi che il messaggio sia che è meglio stare lontani dal Carroccio", aggiunge il revisore del gruppo alla Camera.

"Io non temo quello che non ho fatto. Sono tranquillo sul fronte giudiziario, sono sicuro che tutto si risolverà per il meglio, ma mi angustia sapere cosa leggono di me la mia famiglia e i miei clienti: la parte reputazionale mi fa paura in un momento generale già complicato. C’è già chi mi solleva questioni, chi crede alla mia estraneità ma preferisce cambiare come se per la proprietà transitiva potesse avere problemi anche lui", spiega Manzoni che non ha ereditato uno studio di famiglia e rivendica il duro lavoro messo a rischio per lo "sputtamento" sulla stampa. "Il commercialista della Lega si è fatto pagare le fatture, cioè il suo lavoro: è questo che ho sbagliato? Mi sembra una vicenda paradossale. Non vorrei trovarmi costretto a chiudere o a licenziare persone che non c'entrano nulla. Abbiamo accettato la sfida di sostituire la struttura amministrativa della Lega in un momento di ristrettezze finanziarie, siamo riusciti a contribuire ad una ristrutturazione di successo e ora pare che vogliano dirmi che quello che ho fatto 'non s’ha da fare'".

"Al di là della cifra, sono tranquillo, perché tutti i soldi sono tracciati e l'attività è stata svolta ed è sotto gli occhi di tutti. Si dimentica che abbiamo sostituito tutto l'ufficio amministrativo in Lega: siamo arrivati in un momento di ristrettezze finanziarie e abbiamo contribuito a realizzare una ristrutturazione con successo". "Non so neppure se il numero dei bonifici è esatto, ho altro di cui devo occuparmi".

"Non mi pento, rifarei la stessa scelta, per me le questioni di principio hanno un rilievo primario e non mi faccio dire dagli altri chi posso seguire nel mio lavoro. Se il mio errore è stato quello di aver assistito il Carroccio sono pronto a rifarlo perché faccio il commercialista, non il politico e mischiare i due piani è un errore". "Sul fronte magistrati sono sereno, ne uscirò come una persona perbene e incensurata, ma se sarò costretto a chiudere è una vittoria? Io non ho bisogno di essere garantista perché so di non aver fatto nulla di illecito, non mi creano problemi i controlli, ma i processi sui giornali. in questi processi sommari l'assoluzione non è contemplata", aggiunge. Manzoni, revisore del gruppo alla Camera, sottolinea come da esponenti amministrativi del partito stia ricevendo "parole di conforto. Per me la Lega è un cliente e faccio il mio lavoro. In generale i partiti, al pari delle aziende, possono scegliere se assumere dei dipendenti per svolgere l’attività amministrativa o delegare l'attività all’esterno come fa il Carroccio, ma non si può mettere in dubbio ogni fattura altrimenti diventano sospetti anche i soldi che si danno a qualsiasi fornitore. Sono l’unico commercialista di un partito di cui si conosce nome e cognome e mi viene da sorridere. Ho paura per il danno reputazionale, ma sono tranquillo sul fronte giudiziario: non temo quello che non ho fatto".

"Sono completamente estraneo, non ho nessun ruolo formale né di fatto in quella vicenda. Il mio socio Alberto Di Rubba è stato presidente della Lombardia Film Commission, ma mi risulta che tutta la vicenda sia stata concertata dai soci della fondazione". "Ribadisco la totale estraneità alla vicenda e rimango fiducioso", precisa Manzoni che in base a notizie di stampa risulterebbe tra i quattro indagati.

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