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Trasporti Pubblici, caos in Lombardia

03 agosto 2020 | 13.57
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Atm frena, Trenord si adegua

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Da un lato l’ordinanza ministeriale: sui mezzi di trasporto e treni ad alta velocità, per ora, resta il distanziamento. Dall’altro quella lombarda: su tram, bus e metro si viaggia al completo. In Lombardia è caos sulla capienza sui mezzi di trasporto pubblici legati alle norme di contenimento del coronavirus, dopo le differenti ordinanze: il ministero della Salute, che ha sottolineato che ha confermato la riduzione della capienza sui mezzi, e la Regione Lombardia, che venerdì ha dato il via libera all’utilizzo del 100% dei posti a sedere e il 50% di quelli in piedi sui mezzi pubblici.

Una confusione che ha portato le due maggiori aziende locali, Trenord e Atm, che gestiscono il servizio ferroviario e il trasporto pubblico locale, ad assumere decisioni differenti. Atm, l’azienda milanese di trasporti, ha deciso di mantenere gli adesivi che indicano i posti vietati “in attesa di un chiarimento” sull’ordinanza regionale in conflitto con quella ministeriale. Trenord, invece, ha preferito attenersi all’ordinanza regionale, informando i viaggiatori che su tutti i treni del servizio regionale Trenord, è stata ripristinata la possibilità di occupare il 100% dei posti a sedere e il 25% dei posti in piedi (in base alla tipologia di convoglio circa 10-12 viaggiatori per vettura) mantenendo almeno 1 metro di distanza interpersonale e di rimuovere inoltre "progressivamente" gli adesivi sui posti a sedere.

La situazione per ora è sotto controllo e non ha fatto registrare disagi o irregolarità, spiegano le due aziende ma a rimarcare le contraddizioni nella giungla delle ordinanze è stato nei giorni scorsi Arrigo Giana, direttore di Atm e presidente di Agens (Agenzia confederale dei trasposti e dei servizi) che ha espresso “perplessità” in relazione alle posizioni manifestate dal Comitato Tecnico Scientifico, dal ministero della Salute e in ultimo rispetto all’ordinanza del ministro della Salute. “Di fronte alle diverse ordinanze emanate negli ultimi giorni, i gestori del trasporto non sanno a quale doversi attenere" ha affermato Giana, chiedendo "formalmente al ministero della Salute di voler chiarire quali siano le disposizioni sul distanziamento da rispettare per il trasporto pubblico”.

Una posizione simile a quella dei sindacati, preoccupati per la riapertura delle scuole a settembre, con gli operatori di trasporti e servizi di mobilità che invocano disposizioni chiare e certe per poter organizzare l’attività. “Così rischiamo il passo del gambero - spiega all’Adnkronos il segretario generale di Uiltrasporti Lombardia, Antonio Albrizio -. C’è un po’ di confusione dappertutto, soprattutto sul territorio nazionale, perché gli operatori hanno avuto informazioni e poi a fronte delle ordinanze si sono adeguati. La Lombardia sta tenendo la sua posizione ma in questo modo non si affronta il problema".

Albrizio non ha dubbi: “Bisogna creare le condizioni di sicurezza affinché persone si sentano sicure - rimarca -. E’ un lavoro che va fatto con una grande comunicazione e in modo coerente ma un’operazione di questo genere, con due ordinanze diverse, è un tornare indietro e non va bene. Abbiamo chiesto un tavolo specifico, in Regione si stanno facendo incontri ma sono molto generici, ora bisogna entrare nel merito”.

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