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Leader CasaPound Trieste sospeso dal lavoro dopo blitz in consiglio Fvg

07 agosto 2020 | 10.10
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Francesco Clun all'Adnkronos: "Epurazione come le purghe staliniane. Mia sospensione è operazione politica". Il leader di CasaPound Di Stefano annuncia ricorso

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E' stato sospeso con effetto immediato dall'agenzia interinale da cui dipende Francesco Clun, il leader triestino di CasaPound che il 4 agosto con una quindicina di altri militanti del movimento ha messo a segno il blitz nell'aula del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, interrompendo la seduta della V commissione immigrazione in corso per chiedere interventi più decisi sul tema della rotta balcanica.

L'apertura del procedimento disciplinare è stata comunicata a Clun da Randstad Italia con una lettera in cui all'esponente di CasaPound, dipendente interinale della direzione Salute della Regione, si contesta di aver fatto ingresso nella sala del Consiglio dove era in corso la seduta della VI Commissione interrompendola, e di aver dichiarato la propria appartenenza politica, procedendo poi "alla lettura di un testo sulle politiche in tema di immigrazione mentre nel frattempo il resto del gruppo esponeva le bandiere italiane". Una condotta che, sostiene l'agenzia interinale, è in contrasto con il codice di comportamento dei dipendenti della Regione.

"Sono molto preoccupato per lo stato di salute della democrazia in Italia, mi assumo eventuali responsabilità penali se ci sono, ma questa è un’epurazione come le purghe staliniane, fatta da un sistema politico che è d’accordo nel non cambiare nulla", afferma Clun all’Adnkronos dopo la sua sospensione.

"Siamo stufi di sentire solo parole sul tema dell’immigrazione, siamo entrati in Consiglio regionale dove proprio in quei momenti si discuteva uno stanziamento di 7 milioni di euro per l’accoglienza per protestare pacificamente ed esprimere un dissenso – spiega – In regione sul tema della rotta balcanica non è stato fatto nulla di concreto: non si è fatto niente per arginare l’arrivo dei clandestini".

"La mia sospensione è un’operazione politica - conclude Clun sottolineando che il giorno del ‘blitz’ in Consiglio era in ferie - vengo discriminato in quanto esponente di Casapound, chi non la pensa come loro deve essere cacciato” .

"Quanto accaduto è scandaloso, la protesta è stata forte ma anche pacifica. Si è letto solo un comunicato contro l'immobilità di quella istituzione nei confronti di un problema sentito e di cui si parla sempre, senza però far nulla. In quella riunione (la seduta della V commissione immigrazione nell'aula del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, ndr) erano seduti i soliti politici a spartire i soldi per la gestione di un problema che non si risolve mai e ritenevamo giusto che vi si ponesse l'attenzione". E' il commento del leader di CasaPound, Simone Di Stefano, che all'Adnkronos annuncia l'intenzione di presentare ricorso contro l'allontanamento dalla Regione di Francesco Clun.

"La protesta è stata forte, va bene - dice Di Stefano - ma questo, visto che non c'è stata violenza o altro, non dovrebbe giustificare l'allontanamento di un dipendente della Regione. Credo che in qualche maniera si farà un ricorso dal punto di vista legale, anche se alla fine questo contratto era sempre in somministrazione, inserito nel contesto della precarietà del mondo moderno, a dimostrazione che il lavoratore è sempre nelle mani del datore di lavoro, che sia una istituzione pubblica o un privato. Questi tipi di contratti servono non soltanto a precarizzare la vita del lavoratore ma anche a renderlo ostaggio di eventuali scelte dell'azienda, in questo caso la Regione del Friuli".

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