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Covid, parla italiana dalla Grecia: "Noi unici con la mascherina"

12 agosto 2020 | 17.00
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Giorgia Di Lorenzo, 43 anni, sta passando le ferie a Sarti: "Preoccupata per quarantena al rientro"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Qui siamo le uniche a indossare la mascherina per strada. Se lo fai non guardano male ma ti guardano". Giorgia Di Lorenzo, 43 anni, professionista in una multinazionale di apparati di networking, si trova in Grecia per una vacanza con un gruppo di amiche. Pugliese, residente a Milano, Giorgia è a Sarti, nella penisola Calcidica, dove trascorrerà una decina di giorni tra il timore del coronavirus e la voglia di abbandonarsi, finalmente, a un po' relax.

"Ieri siamo andate in un ristorante ed era abbastanza pieno - racconta all’Adnkronos - ma tutti i tavoli erano distanziati, i camerieri indossavano tutti le mascherine. Quando siamo entrate, però, ci hanno detto che potevamo toglierle perché 'tanto la multa la fanno solo a noi'. Io ho risposto che non ho paura della multa ma del virus e il cameriere ha replicato ‘ma qui non c’è il virus'". I ristoranti, spiega ancora, “chiudono tutti a mezzanotte. Il clima è molto disteso, ci sono pochissimi turisti. Io sento parlare prevalentemente in greco e non ho incontrato molti italiani, solo un paio di coppie".

“E’ anche vero - osserva Giorgia - che ci troviamo in una parte poco turistica della Grecia. Tuttavia, in hotel e nei ristoranti osservano tutti le norme anti Covid. Disinfettano le camere, hanno plexiglass in tutte le attività, nei negozi e nelle farmacie, come in Italia. Il virus c’è ovunque e le precauzioni vanno prese ovunque”. Assembramenti veri e propri, però, non ce ne sono. “Ci sono gruppi di persone in vacanza - chiosa - formati al massimo da una decina di persone. Ieri c’era gente per strada ma tutti erano senza mascherina, eccetto noi. Però non vedo situazioni a rischio qui. Nessuno fa danze di gruppo, ecco”.

Ora è il pensiero di rientrare in Italia a preoccuparla. "Devo andare in Puglia a prendere il cane e le mie cose - dice - poi tornare a Milano. Mi preoccupa il fatto di dover fare la quarantena perché devo lavorare, ho due bimbi che i primi di settembre riandranno a scuola. La quarantena sarebbe un disastro. Penso che farò comunque il sierologico non appena metto piede in Italia, così come ho fatto prima di andare in Puglia a fine giugno dai miei parenti".

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