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Galli: "Più test si fanno, meglio è"

12 agosto 2020 | 16.00
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(Fotogramma)
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"Più test si fanno, meglio è, in questo momento in cui la situazione non è del tutto tranquilla". Lo afferma Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, commentando a SkyTg24 l'iniziativa di alcune Regioni di eseguire tamponi e test sui vacanzieri di rientro dai Paesi particolarmente colpiti da Covid. "Ben vengano questi test", afferma Galli richiamando però l'attenzione anche sui focolai presenti in Italia.

Per Galli, inoltre, "dobbiamo essere capaci di controllare la situazione a scuola. Il distanziamento tra i bambini e anche tra i ragazzi è veramente complesso da realizzare in maniera completa ed efficace. Non credo nei banchi come soluzione, vista anche la nostra miserevole edilizia scolastica e i limitati spazi di cui disponiamo. Credo che si debba, invece, ripristinare dei presidi sanitari a scuola".

"Meglio investire su rifare i tetti che in tutti questi banchi", ragiona. Per l'esperto servono "presidi sanitari", "prendere la misurazione delle febbre dei ragazzini, avere in mano la scheda sanitaria dei ragazzini, perché farla costa meno ed è meno faticoso di fare i banchi, per avere la possibilità di seguire le loro condizioni fisiche. Nei Paesi civili si vaccinano per l'influenza anche i bambini, ma da noi no, e questo punto andrebbe preso in considerazione per togliere di mezzo almeno la metà delle sindromi febbrili che i ragazzi e i bambini hanno nei mesi invernali". "Andare a trovare i medici e gli assistenti sanitari per questa operazione non è impossibile - dice Galli - e questo potrebbe essere uno strumento veramente importante, non solo per il discorso del Covid".

Quanto al vaccino contro il coronavirus, "l'obbligatorietà è uno strumento per raggiungere l'immunità di gregge, quindi si deve definire in primo luogo quante persone devono essere vaccinate in una popolazione perché tutta la popolazione sia protetta e poi si deve perseguire questo obiettivo e per perseguirlo può essere necessario imporre un'obbligatorietà alla vaccinazione". Galli però puntualizza: "Parlare oggi di obbligatorietà del vaccino non ha senso compiuto perché il vaccino non c'è e quando ne avremo un certo numero di dosi le avremo probabilmente all'inizio contingentate per determinati gruppi di popolazione".

Il virus, prosegue, "è molto peggio di qualsiasi rischio possa essere dato da una vaccinazione, sempre che il vaccino venga completato nel suo sviluppo con tutti i crismi di sicurezza". Quanto agli annunci che si susseguono in questi giorni, "le dichiarazioni, non solo quelle russe probabilmente, hanno un significato abbastanza lontano dall'aspetto scientifico e hanno anche il pericolo di indurre magari qualche Governo a cullarsi, o farlo intendere alla popolazione, sul fatto che tanto arriverà il vaccino e si può non applicare in maniera seria e rigorosa le norme di contenimento. Al di là delle dichiarazioni non sappiamo se il vaccino arriverà, quando arriverà e quanto potrà essere distribuito".

Quanto alle vaccinazioni anti-influenza, conclude l'esperto, "questo è il classico anno in cui più ne avremo, meno persone avremo combinate male nei pronto soccorso degli ospedali a richiedere un ricovero in un momento in cui non sapremo se avranno la Covid piuttosto che altre infezioni".

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