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Caso Battisti, Torregiani: "Lula si scusa? Basito, grazie per anni di tribolazione e pena..."

21 agosto 2020 | 18.00
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Il figlio di Sabbadin: "Scuse Lula? Non le accetto, se si è pentito lo dimostri coi fatti". Il fratello di Campagna: "Accetto le scuse anche se tardive, spero siano veritiere"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"E adesso, che dobbiamo fare? Va bene, ma le scuse di Lula mi suonano un po' come le solite frasi convenute di quando si va a un party, è assurdo. Non hanno alcuna finalità, sono spiazzato. Da dove arriva una dichiarazione simile? Qual è il senso? Questo virus sta facendo danni. Più che battute, sarcasmo, non posso fare. Gli dobbiamo dire grazie? Ci ha fatto passare tribolazioni e pene per anni per poi sapere che eravamo nel giusto? E' avvilente". Così all'Adnkronos Alberto Torregiani, il figlio del gioielliere ucciso dai Pac in una sparatoria nel 1979. Rimasto ferito lui stesso da un proiettile che gli ha fatto perdere l'uso delle gambe, commenta "basito e spiazzato" il video di scuse dell'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ai familiari delle vittime di Cesare Battisti al quale ha concesso asilo.

"Per me le scuse di Lula sono superficiali, non le accetto. Arrivano dopo tutti questi anni, se si è sentito di farle ben vengano ma non dimentico il capodanno d'inferno che per colpa sua ho passato io nel 2010, quando non concedendo l'estradizione ha conferito lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, tra l'altro con mia figlia di 5 mesi che non stava bene. Se si è pentito faccia qualcosa di concreto per dimostrarlo" commenta all'Adnkronos Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio ucciso nel 1979 a Santa Maria di Sala (Venezia) dai membri del gruppo Proletari Armati per il Comunismo. "Mi spiace - continua - ma ho un'idea negativa di lui. Poteva farla prima quest'ammissione di colpa, e ora vediamo chi si unisce alle scuse che in tanti, ancora, ci devono".

Dice invece di accettare le scuse Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente in forza alla Digos di Milano ucciso dai Pac. "L'anno scorso, quando Battisti ammise le sue colpe, avevo detto che Lula avrebbe dovuto almeno chiedere scusa. Lo ha fatto, seppur con un po' di ritardo, e meglio tardi che mai" dice Campagna all'Adnkronos. "Lula dice di essersi fidato di quanto gli veniva detto sul conto di Battisti - precisa - ma vorrei ricordare che, come associazione, avevamo dato alle autorità brasiliane tutte le cause passate in giudicato nella giustizia italiana. Bastava leggerle per capire che il personaggio al quale aveva concesso asilo nel suo Paese non era quello che diceva di essere. Sarà stato consigliato male, ma alla fine almeno ha capito che Battisti si è rivelato per quello che era, un assassino, un terrorista e anche un bugiardo. Speriamo solo siano veritiere e non di circostanza, né di convenienza".

"L'ex presidente brasiliano deve fare sapere a noi tutti italiani chi ha sollecitato la protezione del pluriomicida terrorista rosso Cesare Battisti? Cosa ha da dire ancora Battisti che nasconde? Quali amici potenti italiani hanno soccorso Cesare Battisti?" chiede in una nota Potito Perruggini, presidente dell'osservatorio nazionale per la verità storica Anni di Piombo e nipote di Giuseppe Ciotta, l'agente di polizia ucciso nel 1977 da Prima Linea.

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