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Terremoto, sindaco di Arquata: "Qui tutto fermo, solo macerie"

22 agosto 2020 | 14.10
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Il grido di dolore di Aleandro Petrucci all'Adnkronos: "Siamo quasi al punto di partenza. Lotterò fino alla morte per far riavere le case a tutti". Pirozzi: "Chi verrà ad Amatrice chieda scusa"

Foto Adnkronos
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Arquata del Tronto, storico borgo in provincia di Ascoli Piceno, è ormai da 4 anni una città-fantasma. Distrutta dalla furia del terremoto del 24 agosto del 2016. Restano macerie, spopolamento, intoppi burocratici, ritardi amministrativi e paura.

"La ricostruzione è ferma. Tutto è fermo", dice il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci che, all’Adnkronos, esprime tutta la sua rabbia, mista a rassegnazione. “Rischiamo di finire nel dimenticatoio, siamo ancora alla rimozione delle macerie. La situazione è critica, case non se ne vedono ormai, non si vede praticamente nulla. Macerie. Soltanto macerie. Anche se col nuovo commissario, l’ennesimo che è passato, si intravede qualche spiraglio di luce, e già è qualcosa. Ci aggrappiamo a lui. Ma ad ora siamo fermi, quasi al punto di partenza”.

Alla domanda su quando ripartirà davvero la ricostruzione, il sindaco non sa rispondere. “Non lo so, vediamo con questo Governo se le cose cambieranno. Qualche aiuto a livello economico è arrivato. Ma da qui a parlare di ripartenza ce ne passa. Non siamo messi bene. D’altronde, il terremoto ci ha spazzati via, sono sprofondate le case, non è rimasto quasi più nulla in piedi".

“Una città fantasma - prosegue Petrucci - che comunque continua ad esistere grazie alla forza di volontà di quei 500 eroi che sono rimasti qui. In condizioni di disagio e di incertezza”.

Il sindaco di Arquata del Tronto non potrà mai dimenticare quel maledetto 24 agosto del 2016. “E chi se lo scorda più. Ero lì quel giorno, sono qui ora, nonostante le mie condizioni di salute non siano più buone. Sono ferite che ti porti dentro tutta la vita. Il dolore dopo quella notte mi ha lacerato il cuore. In pochi secondi ci hanno portato via tutto. Amo la mia terra con tutto me stesso".

Una promessa ai cittadini di Arquata e una richiesta al Governo. "Finché vivrò mi dedicherò esclusivamente alla mia Arquata, per far riavere le case ai nostri cittadini. Per quanto riguarda il Governo, aspettiamo, perché qualcosa si è visto. Ma non basta. Qui non si può più aspettare".

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