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Viviana e Gioele, il parroco di Venetico: "Erano una bella famiglia"

27 agosto 2020 | 17.54
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Don Cleto, il parroco di Venetico
Don Cleto, il parroco di Venetico

(dall'inviata Elvira Terranova) - Il piccolo Gioele avrebbe dovuto iniziare il catechismo l’anno prossimo. Nella sua parrocchia, la Chiesa Santa Maria del Carmelo di Venetico Marina, piccolo centro dei Nebrodi dove vivevano Viviana Parisi con il marito Daniele Mondello e il loro bambino di 4 anni. La chiesa, in questo pomeriggio agostano di caldo soffocante, è vuota. Don Cleto D'Agostino, il parroco, arriva poco prima delle 17 in parrocchia. Non ha molta voglia di parlare di Viviana e del suo piccolo, trovati senza vita, nei boschi di Caronia, a oltre 100 km di distanza da qui. Poi cambia idea e, seduti nella parrocchia, racconta all'Adnkronos chi erano Viviana e Gioele.

Daniele Mondello, sua moglie Viviana e il piccolo Gioele "erano davvero una bella famiglia", dice. E aggiunge subito dopo: "Noi siamo tutti vicini a Daniele. Adesso dobbiamo pregare per lui". "Preghiamo per questa famiglia, preghiamo per i defunti", aggiunge e ricorda di avere visto Viviana per l'ultima volta "ai primi di luglio". Ma non vuole dire se l'ha vista sofferente o cambiate: "Io non mi occupo di queste cose, non faccio la radiografia alle persone. Altrimenti non saremmo più una chiesa. Saremmo un'agenzia", taglia corto.

Alla domanda se Viviana frequentasse spesso la chiesa dice: "I fedeli vengono qui rispettando i loro ritmi. C'è chi viene più spesso e chi meno spesso. Non faccio statistiche. C'è stato il lockdown e molte persone sono state frenate dal venire in chiesa. Ma vale per tutti. Non solo per Viviana o Daniele. Le persone vanno rispettate da vive e da morte".

Dell'inchiesta non ha molta voglia di parlare. Si arriverà mai alla verità? "Non mi occupo di questo - spiega - ho conosciuto una bella famiglia, un papà e una mamma con il loro bambino, questo è il mio pensiero e il mio ricordo". Non si sbilancia sull'ipotesi dell'omicidio-suicidio di Viviana che, secondo una delle probabili ipotesi investigative, si sarebbe tolta la vita dopo avere ucciso il bambino. "Io rispetto il lavoro degli inquirenti, fanno il loro lavoro" e aggiunge subito dopo: "Ho avuto modo di apprezzare questa famiglia", dice.

Nei giorni scorsi, dopo il ritrovamento del corpicino sgraziato di Gioele, il parroco ha organizzato una veglia di preghiera a cui hanno partecipato Daniele Mondello e i suoi parenti per ricordare Viviana e il loro bambino. Alla fine della veglia, molto partecipata, sono stati fatti volare dei palloncini bianchi. "La veglia di preghiera è stato un momento di vicinanza ma soprattutto di preghiera- dice - non essendoci un modo diverso per potersi avvicinare alla famiglia abbiamo scelto questo. E' stato un momento bello perché la preghiera è un momento che condividono i cristiani. Quando c'è una sofferenza bisogna affrontarla".

Don Cleto ritiene che ci "vorrà ancora del tempo per i funerali", come ha ribadito ieri all'Adnkronos anche il medico legale Elvira Ventura all'uscita dal Policlinico dove ha eseguito l'autopsia sul corpicino del bimbo. Perché dovranno essere eseguiti ancora altri esami.

Ma come un parroco dare conforto a un uomo che ha perso la sua famiglia? "Le ricette non le ha nessuno - si limita a dire -anzi diffidiamo di chi ha le ricette a buon mercato. Chi crede nel Signore confida in Dio per avere luce, pace e rassegnazione". E prima di tornare in chiesa dove tra poco celebrerà la santa messa dice: "La parrocchia è vicino a Daniele...".

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