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Scuola, gli ortopedici: "Nuovi banchi inadeguati, salute a rischio"

29 agosto 2020 | 16.14
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Anche Sandro Rossetti, responsabile di Ortopedia al Policlinico Portuense di Roma, interviene sulla qualità ergonomica dei banchi acquistati dal commissario Arcuri

(Fotogramma)
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I nuovi banchi acquistati per consentire il distanziamento anti-Covid tra bambini e ragazzi al ritorno in classe non "sono adeguati per la salute dello scheletro di alunni e studenti". Ed è stato un errore "non consultare gli esperti prima dell'acquisto". Sarebbe stato "un passo epocale acquistare finalmente arredi che privilegino la preservazione negli anni della integrità corporea degli studenti". Lo scrivono, in una lettera inviata a diversi media e rivolta al Governo, 11 esperti di ortopedia.

"Fra la scelta che è stata fatta e quella che sarebbe stato necessario fare in relazione agli studi scientifici per preservare la salute anatomica degli studenti - sottolineano i firmatari della lettera - non ci sarebbe stata nessuna differenza di costo. Una vera, clamorosa occasione perduta, che farà danni molto gravi per i nostri ragazzi".

Gli specialisti ricordano che "da anni sosteniamo che gli arredi attuali, figli di una norma europea scritta tenendo in scarsa considerazione l'anatomia, la fisiologia articolare e l'ergonomia, dovessero essere sostituiti". Ma l'iniziale soddisfazione per la possibilità di sostituirli "ha lasciato immediatamente spazio allo stupore dovuto alla constatazione delle caratteristiche dei nuovi arredi proposti, in quanto si nota immediatamente l'inadeguatezza rispetto alla parametrizzazione anatomico-fisiologica per la struttura corporea degli studenti".

"Centinaia di studi internazionali presenti sulle piattaforme scientifiche- scrivono gli esperti - hanno inequivocabilmente affermato come ci sia conflitto fra gli arredi scolastici attualmente in uso e i dati antropometrici degli alunni che stanno in posizione seduta e svantaggiata per gran parte della loro giornata".

I firmatari della lettera evidenziano i problemi per la salute dei ragazzi legati ai banchi che erano già in uso e a quelli che stanno per essere installati. Il primo è "lo schienale della seduta, posto a livello dorsale, facendo sì che la colonna lombare si raddrizzi non avendo il minimo supporto". C'è poi "il legno o la plastica dura a contatto con i glutei, dove scorre superficialmente il nervo sciatico provocano l'infiammazione della struttura".

Inoltre "la profondità della seduta è unica, infatti non è prevista la differenziazione sulla base della diversa lunghezza della coscia degli studenti". E ancora: "L'altezza del tavolo è proporzionata all'altezza dello studente, non considerando che persone della stessa altezza possono avere comparti anatomici completamente diversi, così da essere dissimili da un punto di vista antropometrico; la dimensione anatomica degli alunni è sconosciuta ad inizio anno, quindi nell'acquisto degli arredi gli amministratori statali sono soliti acquistare arredi più grandi in quanto nel grande sta il piccolo mentre nel piccolo non sta il grande: da ciò ne possono conseguire ulteriori danni per gli studenti".

A firmare la lettera Raoul Saggini, presidente della Società italiana di medicina riabilitativa rigenerativa interventistica multidisciplinare; Giuseppe Pio Anastasi, ordinario in Anatomia umana, università di Messina; Rosa Grazia Bellomo, ordinario in Medicina fisica e riabilitativa, università Carlo Bo Urbino; Marcello Brunelli, ordinario in Fisiologia umana presso la New York e la Columbia University; Ciro Villani, ordinario in Ortopedia e Traumatologia - La Sapienza Università di Roma; Ivetta Ivaldi, vice presidente nazionale Società italiana di ergonomia.

Ancora: Paola Cenni, presidente Società italiana ergonomia Emilia Romagna; Giovanna Traina, docente di Fisiologia, università degli Studi di Perugia; Sergio Zanfrini, docente Corso di perfezionamento in Tecniche posturometriche, università di Verona; Francesco Macrì, già docente in Pediatria a La Sapienza Università di Roma; Raul Guelfi, docente Master in Ergonomia della Società italiana di ergonomia.

"Avere dei banchi su misura, con caratteristiche necessariamente individuali per una corretta postura, è un'utopia. Un'esigenza sicuramente fondata, ma troppo costosa e complessa per la scuola pubblica. Nell'acquisto dei nuovi banchi, però, non avere consultato gli esperti ha fatto perdere un'occasione almeno per migliorare la postura dei ragazzi. Si sarebbe potuto fare meglio con una maggiore lungimiranza". A dirlo all'Adnkronos Salute è Sandro Rossetti, responsabile di Ortopedia al Policlinico Portuense di Roma, che interviene sulla qualità ergonomica dei banchi acquistati dal commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri.

"Se avessero pensato di consultarsi prima dell'acquisto con ortopedici e posturologi - osserva Rossetti - probabilmente sarebbe venuto fuori un banco con caratteristiche diverse. Più adeguate. Ma pur sempre standard. Ma bisogna anche tener conto del momento in cui stiamo vivendo: in questa fase di pandemia sono state prese delle decisioni in tempi rapidi, l'emergenza ha le sue esigenze e pone dei limiti". In, generale, "non credo che nessun Paese possa permettersi banchi personalizzati".

Il banco che i ragazzi troveranno in classe sarà di "una misura unica, non può esser quindi congruo per un ragazzo alto 1.70 e allo stesso tempo per uno alto 1.40. E' difficile che si riesca a far coincidere queste necessità", conclude lo specialista.

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