Secondo Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico-scientifico, "le notizie non sono mai state nascoste"
"Avevamo chiesto riservatezza soltanto per evitare di spaventare i cittadini, soprattutto in quella prima fase. Ma non c’era alcun segreto tanto che noi parlavamo esplicitamente di quella relazione nei nostri documenti". Lo dice Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico-scientifico esperto di medicina delle catastrofi, che compila anche i verbali degli scienziati destinati al governo, in un'intervista al 'Corriere della Sera'.
"Le notizie non sono mai state nascoste - spiega - Eravamo a febbraio e ragionavamo sulle possibili conseguenze di quello che accadeva. Gli scenari di analisi devono prevedere anche la realtà peggiore, ma questo non vuol dire che si realizzi. Ricordiamo bene che cosa è successo quando è filtrata la notizia della possibile chiusura della Lombardia con migliaia di persone in fuga. Quello è l’esempio che le informazioni veicolate in maniera intempestiva posso avere conseguenze gravi sui cittadini".
Sul motivo per cui il governo avrebbe negato il 'Piano pandemico' l'esperto sottolinea: ''Il governo ha parlato di studio. Sinceramente per noi cambia poco. Non è importante chiamarlo studio, relazione o piano, ma il fatto che sulla base delle informazioni provenienti da Wuhan abbiamo imparato a fronteggiare questa emergenza davvero epocale. Era uno strumento positivo tanto che sia la Lombardia, sia altre Regioni ne hanno attuato i precetti".
Sull'aumento giornaliero dei casi, Ciciliano aggiunge: "Non dobbiamo guardare solo il numero dei positivi, ma la comparazione con i tamponi effettuati. Lunedì siamo arrivati al 2,1 per cento, durante il lockdown eravamo allo 0,4. Inoltre si è abbassata l’età media. I giovani sono maggiormente resistenti alla patologia, ma questo non vuol dire che non ci sono casi complessi. La fase è estremamente delicata, non si deve sbagliare soprattutto adesso che riparte la scuola".