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Omicidio Willy, da legali Bianchi e Pincarelli nomi altri testimoni

10 settembre 2020 | 16.34
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Sono testimonianze sulle quali i difensori dei tre puntano perché metterebbero in discussione anche altri aspetti su cui non c'è ancora chiarezza

Immagine via Facebook
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Sono tanti gli aspetti da chiarire, i lati oscuri dell'aggressione che ha portato alla morte di Willy Monteiro Duarte , il 21enne di Paliano ucciso tra sabato e domenica a Colleferro. Il primo, il principale, è la discordanza tra le versioni rese negli interrogatori dai quattro ragazzi arrestati con l'accusa di omicidio preterintenzionale.

Da una parte, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli, che si sono detti estranei al pestaggio: davanti al gip hanno riferito di essere intervenuti per dividere chi stava litigando, di avere dato a Willy una spinta e nulla più. Dall'altra Francesco Belleggia, presente al momento del primo litigio tra due gruppi di giovani all'esterno del locale di Colleferro. E' stato anche lui, leggendo l'ordinanza di convalida dell'arresto firmata dal gip Giuseppe Boccarrato, a tirare in ballo i due Bianchi e Pincarelli per i colpi inferti alla vittima e a un suo amico.

Una ricostruzione coerente con quelle fatte da altri ragazzi sentiti dagli inquirenti che, da quanto si apprende, la difesa dei tre arrestati rimasti in carcere cercherà di contraddire attraverso il racconto di testimoni che dicono di avere assistito a una scena diversa: i nomi sono stati già consegnati al pm di Velletri, Luigi Paoletti, che dovrebbe acquisire le testimonianze nelle prossime ore.

Sono testimonianze sulle quali i difensori dei tre puntano perché metterebbero in discussione anche altri aspetti su cui non c'è ancora chiarezza: dal numero delle persone presenti a bordo del Suv sul quale viaggiavano i fratelli Bianchi alle responsabilità individuali degli arrestati.

Dalla difesa dei fratelli Bianchi e di Pincarelli al momento prevale il silenzio: una scelta nel rispetto di indagini che non sono ancora concluse e un tentativo di non surriscaldare ancora di più un clima sui social già incandescente dopo le minacce e gli insulti ricevuti anche dai legali.

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