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Covid, comunità peruviana a Roma: "Non siamo untori!"

12 settembre 2020 | 15.06
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Presidente Onlus Provida all'Adnkronos: "C'è preoccupazione in vista riapertura scuole per questo faccio appello a non abbassare la guardia, ma riguarda tutti, non solo noi"

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)

"La comunità peruviana a Roma è molto ampia. Si conoscono quasi tutti tra loro, si frequentano e spesso si riuniscono in gruppi in diversi luoghi di aggregazione. Quindi non nascondo che la situazione, legata all'emergenza coronavirus, possa essere preoccupante, nel senso che non si può trascurare il rischio di una circolarità del contagio. Ma tengo a precisare che i peruviani non sono affatto 'untori' perché un'alta percentuale di coloro che vivono nella Capitale rispetta ogni norma di sicurezza. Ne sono testimone diretta, visto che ogni giorno mi confronto con molti dei cittadini di origine peruviana residenti in città". A dirlo all'Adnkronos Rosa Alfaro Guevara, presidente dell'Associazione Provida Italia Onlus, che, con sede a Roma, è impegnata soprattutto nel sociale (in particolare a favore dei minori) ed opera da vent'anni sul territorio italiano contribuendo alla diffusione della conoscenza della cultura peruviana nel Paese.

Rosa Alfaro Guevara parla all'indomani dei trenta casi registrati tra la comunità peruviana nella Asl Roma 2 per cui è scattato subito lo screening nei luoghi di aggregazione. "Una situazione preoccupante specie in vista della riapertura delle scuole. Quindi mi sento di dire a tutti i miei connazionali: 'non scherziamo, il virus ammazza'. lo ho perso un fratello in Perù, un mese fa, morto con il Covid nel giro di 48 ore. Non mi sono ancora ripresa. Bisogna stare attenti, non abbassare la guardia", è l'appello Rosa Alfaro Guevara pensando a tutti quei bambini (anche i suoi figli, ovviamente) che ben presto torneranno in classe.

"Io stessa che vivo nell'VIII Municipio - prosegue Rosa Alfaro Guevara - ho chiesto che vi siano maggiori controlli in uno stabile occupato, dove i peruviani convivono anche con altre etnie. Non si può continuare a fare una vita normale, tra feste e balli, quando ancora non siamo usciti dall'emergenza. Probabilmente, alcuni miei connazionali sminuiscono o sottovalutano il fatto che ci sia ancora il virus. Si riuniscono e frequentano case o bar latino-americani a Roma come se niente fosse. Ripeto, bisogna essere responsabili, avere coscienza. E questo non riguarda solo la comunità peruviana. Ma tutti".

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