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Fondi Lega, l'avvocato Pennisi: "Sostegni? Solo un prestanome"

13 settembre 2020 | 17.07
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''E' evidente che abbia agito da mero esecutore alle direttive dei professionisti"

(Fotogramma)
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''Un prestanome, solo un prestanome''. Mentre escono indiscrezioni su contabili della Lega infiltrati ai piani alti della politica nella richiesta di custodia formulata dai pm Eugenio Fusco e Stefano Civardi, Giuseppe Alessandro Pennisi, l'avvocato di Luca Sostegni, liquidatore della Paloschi srl e presunto prestanome nell'inchiesta relativa alla vendita per 800 mila euro alla partecipata regionale Lombardia Film Commission di un capannone a Cormano nel milanese, torna a chiedere di non coinvolgere il nome del suo assistito ''E' evidente -dice all'Adnkronos- che Sostegni abbia agito da mero esecutore alle direttive dei professionisti. Ho sentito che si parla di contabili infiltrati ai piani alti della politica, ma non so nulla. Posso però dire che trovo assurdo scrivere e dire che Sostegni ''ha dichiarato al procuratore aggiunto Fusco o a qualsiasi altra persona che gli 800mila euro della vendita del capannone di Cormano siano serviti per la campagna elettorale della Lega del 2018. Non so come sia uscita questa cosa, continua a girare ed è arrivato il momento in questa vicenda di mettere ordine e di dire le cose come stanno. In settimana andrò a parlare con Fusco''.

''Deve essere chiaro -dice all'Adnkronos- che Sostegni era solo un prestanome e il suo ruolo si ferma lì. Dagli atti a disposizione emerge chiaramente che la fase di progettazione sono di quei tre commercialisti, le fase di esecuzione è dei tre commercialisti più il prestanome e la fase relativa alle movimentazioni di denaro può portare a fiduciarie in Svizzera, ma se iniziamo a parlare di fiduciarie e scatole finanziarie Sostegni non c'entra''.

L'avvocato spiega che ''è proprio del ruolo del prestanome non sapere nulla di quello che accade, ci mette solo la faccia, ma non gli viene spiegato nulla''. Il timore del legale ''è che con l'autalimentarsi di voci e indiscrezioni non corroborate da fatti, non vorrei che si arrivasse a prendere misure nei confronti del mio assistito per evitare il pericolo di fuga''. Secondo il legale ''non si può infierire sull'unica persona che non c'entra niente''. E sulla rogatoria in Svizzera e sulla fiduciaria sulla quale i magistrati indagano perchè potrebbe essere destinataria di parte dei soldi della vendita, quasi 300mila euro, l'avvocato spiega che ''la rogatoria 'è cosa nota da giorni ed effettivamente la rogatoria è per questa fiduciaria, ma la cosa è molto più complessa di quello che si dice''.

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