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Scuola, Miozzo (Cts): "Non è un pericolo"

13 settembre 2020 | 10.52
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Per il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, "è forse l'ambiente più sicuro". E assicura: "Mascherine disponibili tutto l'anno"

(Afp)
(Afp)

“Dobbiamo vivere questo anno particolare con la consapevolezza che la scuola non è un pericolo o un rischio, la scuola è forse l’ambiente più protetto”. Così a Sky Tg24 il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo.

Parlando della misurazione della temperatura, Miozzo ha spiegato che "è innanzitutto una responsabilità genitoriale, per diverse ragioni: essere consapevoli dello stato di salute del proprio bimbo, inoltre il bambino esce di casa e prende dei mezzi, quindi se sta male o ha la febbre è un potenziale rischio già nel percorso del viaggio da casa alla scuola”.

“Ci siamo posti la questione del termoscanner - ha aggiunto -, non siamo in principio contrari, però innanzitutto è un problema di costi piuttosto considerevoli, poi di gestione: il termoscanner potrebbe creare potenziali code o assembramenti”.

Miozzo ha poi assicurato che “le mascherine a scuola saranno disponibili tutti i giorni, sono arrivate nella maggior parte delle scuole. Laddove ci sono stati o ci sono ancora dei problemi di distribuzione l’indicazione è di dire alle mamme di mettere ai ragazzi la mascherina che abitualmente indossano, quella che noi chiamiamo mascherina di comunità. Sono comunque certo che nei prossimi giorni questa distribuzione capillare sarà garantita”.

“Il commissario Arcuri lo ha garantito: le mascherine ci saranno per tutto l’anno scolastico - ha aggiunto - Siamo forse l’unico Paese d’Europa che è diventato produttore della quantità necessaria di mascherine a livello nazionale. Queste forniture sono garantite per tutto l’anno”.

Quanto alla riduzione della quarantena, "la decisione del governo francese ci ha sorpreso e ha sorpreso il mondo scientifico internazionale e l’Europa in particolare. Noi ci riuniremo martedì per iniziare una discussione che non si concluderà martedì, ma deve essere una discussione che trova un confronto con altri stati dell’Unione Europea, con altri Paesi, con altre esperienze e con la Francia stessa, per capire su quali presupposti scientifici hanno basato la loro decisione. Ad oggi l'Oms dice che il periodo della quarantena deve essere ancora di 14 giorni".

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